G7 settimanale. Diplomazia culturale, in Calabria c’è l’accademia

(DIRE) Reggio Calabria, 16 Ago. -Dal cuore della Calabria a tutto il bacino del Mediterraneo, fino agli Stati Uniti d’America. È una “pacifica coesistenza tra i popoli” l’obiettivo dell’Accademia Mediterranea della Diplomazia culturale, realtà nata nel 2022 e oggi al centro di una fitta rete di rapporti e pubbliche relazioni in Italia e all’estero. Il suo ideatore, fondatore e presidente, Joseph Caristena, ha scelto Rizziconi, Comune in provincia di Reggio Calabria, per dare vita all’Accademia e alle iniziative culturali e formative che offre alla società civile. “Nel carattere caleidoscopico dei calabresi ci sono moltissime similitudini con le culture di altri popoli” racconta Caristena all’agenzia Dire. “È questa l’arma strategica di creazione di massa di comprensione tra i popoli. I sogni, le empatie, le aspettative di un Paese vanno compresi e rispettati. Ogni popolo ha un credo, anche quello va rispettato.

La diplomazia culturale parte da qui”. Al centro delle attività dell’Accademia c’è così la costruzione di una coesistenza pacifica basata sulla reciproca conoscenza delle identità territoriali che, come nel caso della Calabria, sono millenarie. Una sorta di “matrice identitaria primaria” che va rilanciata e potenziata attraverso l’idea di una nuova responsabilità culturale. “L’Accademia mediterranea vuole porre al centro l’uomo con i suoi valori etici e vuole farlo attraverso la comprensione del suo patrimonio culturale” spiega il fondatore dell’Accademia. “È questo il segreto- continua-, l’uomo deve essere visto come un rappresentante di un popolo. Non deve essere eletto come un politico, perché ognuno di noi rappresenta il suo passato e quello del suo popolo, così come il presente suo e del suo territorio. In questo senso ognuno ha una responsabilità culturale. Per questo il nostro istituto si rivolge alla società civile di tutto il bacino del Mediterraneo, e oltre”.

Nel 2023 questa rinnovata prospettiva della diplomazia culturale è arrivata negli Stati Uniti, al Boston Global Forum, dove Caristena ha portato l’esperienza acquisita nel bacino del Mediterraneo. “Sono rimasti molto sorpresi dall’esistenza, in un paesino della Calabria, di un gruppo di ricercatori sociali che vogliono lanciare una sfida al mondo” racconta il fondatore: “Riprendere i pensieri dei più grandi pensatori, aggregarli e tradurre un messaggio antico per adattarlo alla nostra società disgregata e distorta. Si tratta di fare un lavoro di trasformazione”. Quella messa a punto dall’Accademia Mediterranea della Diplomazia culturale è una metodologia che Caristena ha riportato in un manuale che si rivolge a tutti, perché tutti devono essere investiti di una responsabilità culturale che non deve essere relegata a un compito dei governi e delle istituzioni pubbliche. “E’ qui- dice- che viene spiegato come un cittadino semplice può e deve stare in prima linea per promuovere l’identità nazionale e per entrare in relazione con gli altri popoli, cioè con altri cittadini. Questa è la responsabilità culturale.

Ogni cittadino di questa società moderna – così come la scuola e l’università – deve capire l’importanza di questa responsabilità culturale”. Partner del Coppem, il Comitato permanente per il partnenariato euromediterraneo, organismo internazionale che mira a promuovere collaborazioni tra città, comuni, regioni e enti intermedi dell’area mediterranea, così come della Società geografica italiana e Africa Foundation Nkemnkia, l’Accademia promuove corsi di alta formazione online e in presenza, talk, missioni all’estero e eventi di scambio culturale. “Tutto questo è come un sassolino lanciato nello stagno- dice il presidente- potrebbe generare soltanto dei cerchi concentrici, ma anche degli tsunami. C’è una esigenza nuova che proviene da ogni angolo della nostra società. Se non riempiamo questi vuoti con concetti etici positivi questi vuoti saranno governati dai semi dell’incomprensione e riempiti da piante dell’odio, generando nuova violenza”.

Tra i focus dell’Accademia e del suo fondatore, presente alla ministeriale G7 che si è tenuta a Reggio Calabria il 16 e 17 luglio, ci sono anche l’Africa e i Paesi emergenti o più vulnerabili. “Perché nessuna nazione deve essere lasciata indietro” sottolinea Caristena. “I valori che guidano questa nuova conoscenza, questo nuovo know how, devono essere condivisi con le nazioni che vogliono crescere rapidamente, perché la condivisione fa risparmiare tempo: quando condividiamo la soluzione giusta che viene trasmessa dalla nazione più sviluppata a quella in via di sviluppo permette a quest’ultima di risparmiare tempo, dedicandolo per fare formazione a cascata alla sua popolazione e al suo governo e innescare un dialogo nuovo anche all’estero”. (Dip/Dire) 11:08 16-08-24

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