Un’azione premeditata e crudele architettata con la scusa dell’ “ultimo appuntamento chiarificatore”: è la storia di quella che sarebbe stata una vera e propria tragedia se non fosse stato per l’intervento di un passante, che non ha girato la testa dall’altra parte e ha chiamato subito la polizia.
È accaduto Lunedì mattina, in pieno giorno e lungo la via principale del quartiere Golosine. Erano circa le 11.30 quando la volante centro viene inviata in via Po a seguito della segnalazione di una violenta aggressione agita da un uomo ai danni della sua ex compagna.
Quando gli agenti sono arrivati sul posto, la vittima era ancora visibilmente scossa ed agitata: accanto a lei, un giovane che aveva assistito alla scena e che – senza un attimo di esitazione – è intervenuto in suo aiuto e ha allertato la centrale operativa della questura; l’aggressore, invece, si era dato alla fuga.
Mentre la donna veniva soccorsa dal personale sanitario, il testimone ha raccontato ai poliziotti ciò che era accaduto sotto ai suoi occhi: aveva visto la donna scendere dal palazzo ed essere aggredita prima verbalmente e poi fisicamente da un uomo di mezza età. Quest’ultimo, visibilmente agitato, le aveva afferrato i capelli e – tenendole ferma la testa – le aveva svuotato addosso una bottiglietta di plastica cospargendole con del liquido il viso ed il tronco. Poi, aveva estratto un accendino dalle tasche dei pantaloni brandendolo contro di lei, ma la donna era riuscita a divincolarsi e a scappare. Solo a quel punto, il testimone che aveva assistito alla scena si è reso conto che non c’era un attimo da perdere e, mentre l’aggressore la inseguiva e colpiva con pugni alla schiena e al seno, il giovane si è frapposto ai due opponendosi strenuamente ai ripetuti tentativi dell’uomo di riafferrarla brandendo l’accendino. Soltanto dopo una ostinata resistenza, l’aggressore si è arreso ed è scappato in direzione di Via Carizio.
Lì vicino, sul ciglio della strada, poco distante dagli agenti intervenuti, c’era ancora la bottiglietta che l’uomo aveva utilizzato: al suo interno, era perfettamente visibile del residuo di benzina; la parte restante, l’uomo lo aveva cosparsa sulla giovane.
Tutto era iniziato domenica scorsa, quando la donna, dopo dodici anni, aveva deciso di interrompere la loro relazione sentimentale. Una decisione che l’uomo non aveva accettato, così aveva premeditato l’agguato.
Dopo averla chiamata ripetutamente lunedì mattina mentre la vittima lavorava come badante in una palazzina di via Po, si è presentato sotto casa, ha suonato il campanello e – nonostante le prime riserve di lei – l’ha convinta a scendere in strada con la scusa di doverle parlare, con la promessa dello “ultimo appuntamento”. Alle sue spalle, aveva architettato tutto ed era pronto a darle fuoco seguendo un piano escogitato nei minimi dettagli: dal pretesto di volerle semplicemente parlare con cui l’ha ingannata per avvicinarla, alla furia omicidiaria incontenibile da cui ha desistito solo di fronte alla strenua resistenza opposta dal giovane testimone.
Ieri mattina, peraltro, nascosta in mezzo ad una siepe accanto al cancello dello stesso palazzo, gli agenti delle volanti hanno rinvenuto e sequestrato un’altra bottiglia di plastica contenente della benzina, forse una “riserva” che l’uomo aveva nascosto per mettere a punto il suo disegno criminoso.
Un’azione criminosa violenta, crudele e premeditata ricostruita – punto per punto – dagli uomini della squadra mobile che lo hanno arrestato ieri pomeriggio con l’accusa di tentato omicidio aggravato. A seguito dell’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari, il cinquantenne di origini srilankesi è ora in carcere.
Si precisa che la responsabilità penale dell’arrestato sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.
comunicato stampa – fonte: https://questure.poliziadistato.it/it/Verona/articolo/292766acc966c6761372922527