Durava dal 2013, ma Unicef avverte: è primo Paese a rischio crisi
(DIRE) Roma, 1 Ago. – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di porre fine all’embargo sulle armi che in Repubblica centrafricana durava dal 2013. In quell’anno, la sollevazione di gruppi armati sedicenti musulmani per rovesciare l’allora presidente François Bozizé aveva innescato scontri con milizie di orientamento cristiano, innescando una guerra civile. L’annuncio è stato accolto con soddisfazione dal governo: “È una decisione storica, un punto di svolta cruciale per pace e stabilità” ha detto la ministra degli Esteri Sylvie Baipo-Temon, che stando ai media locali ha parlato di “vittoria diplomatica che costituisce un primo passo per ripristinare la dignità del Paese e della sua popolazione, facendo del Centrafrica un modello di perseveranza e determinazione nella ricerca di un mondo più equo”.
Il Consiglio, che ha votato all’unanimità la fine dell’embargo, ha però esortato i singoli stati a non vendere armamenti o componenti belliche ai “gruppi armati ancora attivi sul territorio”. Nel paese infatti la situazione resta incerta. A inizio luglio la rappresentante dell’Unicef nella Repubblica Centrafricana, Meritxell Relaño Arana, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra ha riferito che il paese “detiene il tragico primato di essere al primo posto tra i 191 paesi più a rischio di crisi umanitarie e disastri. Questo terribile status- ha aggiunto- sottolinea le gravi e urgenti sfide che devono affrontare i suoi cittadini più giovani. Dieci anni di conflitto prolungato e di instabilità nella Repubblica centrafricana hanno messo a rischio ogni singolo bambino dei tre milioni del Paese”.
La responsabile del Fondo Onu per l’infanzia ha inoltre denunciato che “1 bambino su 2 non ha accesso ai servizi sanitari; solo circa un terzo (37%) dei bambini frequenta regolarmente la scuola; quasi due giovani donne su tre (61%) sono state date in sposa prima dei 18 anni; quasi il 40% dei bambini soffre di malnutrizione cronica”, avvertendo inoltre che “la debolezza delle istituzioni e la costante minaccia di violenza aggravano i molteplici rischi per i diritti dei bambini. Il fatto che la crisi in Repubblica Centrafricana si sia protratta per così tanti anni – e che, purtroppo, tante altre crisi globali continuino a svolgersi in parallelo – comporta che i bambini della Repubblica Centrafricana siano diventati dolorosamente invisibili”. (Alf/Dire) 18:54 01-08-24