Le “ultime parole famose” di Falcomatà

Pochi giorni fa il Sindaco Falcomatà, sulle richieste di dimissioni arrivate da più parti per i fatti emersi con l’operazione Ducale, non avendo argomentazioni valide per replicare nel merito, ha usato la classica tattica (così cara alla Sinistra) della “delegittimazione dell’avversario”. E così, per sminuire il valore (più che fondato) di quelle richieste di dimissioni, Falcomatà ha pensato bene di buttare la palla in tribuna rispondendo che la parola di un “condannato” e quella di uno “meno lucido di Biden” valgono zero o giù di lì.

Verifichiamo allora quant’è che vale la sua di parola. E facciamolo servendoci di dati e riscontri concreti e circostanziati.

Partiamo dal fatto di cronaca più recente: due giorni fa abbiamo appreso dalla stampa che la creazione della “Task Force Aeroportuale” che il 2 dicembre 2020 il sindaco Falcomatà aveva annunciato urbi et orbi, in realtà esisterebbe solo virtualmente, posto che «non ci sono atti amministrativi formali di nomina della task force», per come certificato dalla Segreteria Generale del Comune di Reggio Calabria.

E così per l’ennesima volta la Procura dovrà verificare la liceità o meno del comportamento tenuto dal primo cittadino e dalla sua giunta. Restando in tema di aeroporto, nel 2017 l’amministrazione Falcomatà, per bocca di un suo assessore, aveva annunciato l’arrivo della compagnia aerea low cost “People Fly”, compagnia che invece poi, in realtà, non è mai arrivata a Reggio.

Viceversa, l’8 giugno 2023 Falcomatà ha pubblicato su Facebook un post intitolato “Volano frottole” dove, volendo sconfessare il Governatore della Calabria, ha scritto “Peccato però che RyanAir non volerà su Reggio”. E invece dallo scorso aprile Ryanair vola regolarmente al Minniti (ed ha anche preannunciato un importante incremento delle rotte).

Ma gli impegni non mantenuti di Falcomatà non riguardano solo l’aeroporto: il 9 ottobre 2014 lo stesso ha dichiarato: “Problema rifiuti? Datemi sei mesi e risolvo tutto”, mentre il 20 giugno 2016 ha promesso “Questa sarà l’ultima estate in cui i cittadini di Reggio Calabria patiranno la crisi idrica”. In realtà rifiuti e penuria idrica ancora oggi rappresentano per ogni reggino un incubo, un enorme problema che Falcomatà non ha mai risolto.

E potremmo andare ancora avanti, parlando di tante altre promesse non mantenute, potremmo parlare di “Patti per il sud” non rispettati (non era stato detto che con quei soldi si sarebbe proceduto al rifacimento dell’intero manto stradale cittadino?), di dichiarazioni confuse e contraddittorie sul ponte dello stretto (nel 2014 “No ponte”, nel 2016 “Si ponte”, oggi “Boh Ponte”…), di codice etico (calpestato e vilipeso proprio da chi ne ha preteso l’approvazione), di aliquote Tari (fino ad oggi mai ridotte), di Waterfront (considerato prima “opera non prioritaria”, poi “opera che cambierà il volto alla città”).

Potremmo ancora parlare della promessa (mai mantenuta) di intitolare Piazza Borgata Giardini al compianto Consolato Campolo o rammentare la triste fine della sede principale dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati (per la quale Falcomatà aveva garantito la permanenza a Reggio e invece è stata trasferita a Roma, per giunta su richiesta e con i voti favorevoli del suo partito…). Potremmo parlare di questo e di tanto altro, ma rischieremmo di essere ancor più prolissi.

Riteniamo di avere già offerto sufficienti elementi per valutare quanto valga la parola del nostro primo cittadino: secondo noi molto meno di quella del “condannato” a cui ha fatto riferimento giorni addietro. Anche perché quel “condannato” la parola l’ha sempre mantenuta, a differenza di chi oggi siede al suo posto. E come dice un vecchio proverbio “ogni uomo vale quanto la sua parola”.

Il Presidente – Avv. Italo Palmara

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