“Troppi si sono sentiti non rispettati in diverse sensibilità”
(DIRE) Roma, 27 Lug. – “Guardando la cerimonia per l’apertura dei giochi olimpici, chi come me ama la cultura francese non ne ha trovato traccia, a parte forse Celine Dion che cantava Edith Piaf, e si è trovato di fronte invece uno spettacolo ‘international style’, molto discutibile e ben poco inclusivo. Perché se, come pare abbia dichiarato il direttore artistico Thomas Jolly, si voleva che ‘ciascuno si sentisse rappresentato’, il risultato è stato l’opposto: tanti, troppi si sono sentiti emarginati e soprattutto non rispettati nelle diverse sensibilità”. Così la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, in un post su Facebook.
“Perfetto l’articolo dello ‘Spectator’- prosegue- secondo cui quello che è emerso è stato soprattutto la schiacciante supremazia di un ‘wokismo’ di importazione, ‘a display of american cultural imperialism’, con i classici annessi, transgender, fluidità, multiculturalismo ecc. Si tratta di una cultura profondamente escludente e divisiva, lontana dal senso comune della maggioranza (è così anche negli USA, dove non a caso le campagne elettorali sono ormai così radicalizzate e aspre), che contraddice tutto lo spirito delle Olimpiadi, nate per affratellare, unire nella leale competizione sportiva che parte dal riconoscimento reciproco”. La Francia è sempre stata “fin troppo attenta a non farsi colonizzare, a mantenere la propria identità linguistica e culturale, a ricordare la propria grandeur. Per questo è ancora più stupefacente la scelta fatta. Viva l’Italia, viva i nostri atleti”, conclude Roccella. (Cds/ Dire) 17:40 27-07-24