(DIRE) Roma, 23 Lug. – Nella corsa per migliorare la competitività delle imprese, l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale giocano un ruolo fondamentale. Nella manifattura, automotive, energia, così come tanti altri settori, le aziende hanno sempre più bisogno di figure specializzate tech, e in particolare di data engineer, software developer ed esperti di cloud. Secondo l’analisi della società di recruiting Hays Italia, solo nell’ultimo anno la richiesta di ‘tech talent’ è cresciuta del +35% rispetto al 2022, rappresentando oggi il 30% del totale delle richieste da parte delle aziende.
Eppure, nonostante questa grande richiesta, il sistema imprenditoriale italiano sembra non essere in linea con le aspettative dei lavoratori: dal report ‘The Tech Talent Explorer’, realizzato da Hays in 20 Paesi della regione Emea, quasi un terzo dei professionisti italiani che occupa posizioni tech non è completamente soddisfatto e ha intenzione di cambiare lavoro nel 2024. Un dato elevato ma al di sotto di Paesi come Belgio, Spagna, Francia e soprattutto dell’Olanda (qui ben il 57% dei professionisti è pronto a cambiare azienda). Tra le principali motivazioni per cui i lavoratori vogliono cambiare lavoro, al primo posto indicano il salario basso (per il 57%), seguito dalla mancanza di opportunità di sviluppo professionale (52%) e dall’inesistente avanzamento di carriera (42%).
Inoltre: SALARI NON IN LINEA CON LE ASPETTATIVE DI CRESCITA – I ‘tech talent’ non sono quindi soddisfatti dell’attuale stipendio e tre su dieci hanno basse aspettative di ricevere un aumento nel 2024, in assoluto il dato peggiore tra tutti i Paesi Emea analizzati (media crescita per il 68%). Siamo infatti lontani dalle aspettative di crescita indicate da Paesi come Olanda (84%), Spagna (81%), Danimarca (82%) e Germania (65%). Un professionista che occupa una posizione in ambito tech guadagna in media all’anno (Ral) 53.300 euro, con valori che variano in base all’esperienza: 39.500 euro con 2-5 anni; 54.100 con 5-10 anni e 66.400 con oltre 10 anni.
Le 5 figure più pagate in assoluto in Italia, con esperienza superiore a 5 anni, sono: cio/cto (Ral 92.500 euro); software delivery manager (74.000 euro); business Unit manager (73.750); ciso/manager della cybersecurity (66.000); architetto cloud (65.750). COME TRATTENERE E ATTRARRE I TALENTI: OLTRE LA RETRIBUZIONE – Oltre alla politica remunerativa inadeguata, le figure tech lamentano la mancanza di opportunità di sviluppo professionale e un inesistente avanzamento di carriera.
È anche su questi aspetti che si gioca la partita più importante per colmare il sempre più evidente mismatch tra domanda e offerta. E per farlo le aziende devono partire da una semplice domanda (ma dalla risposta non facile): cosa vorrebbero i dipendenti per essere soddisfatti della propria vita lavorativa? L’Italia su questo si distingue da tutti i Paesi dell’area Emea: è l’unica Nazione dove i lavoratori del tech mettono al primo posto il work-life balance, indicato da ben il 49% degli intervistati, probabilmente per un ritardo culturale che connota il nostro Paese su questo fronte.
Ma i tech talent vorrebbero anche uno sviluppo di carriera adeguato (per il 47%) e tanti sono attenti al pacchetto di benefit (45%), sempre più importante nella scelta di un’azienda. Considerando i benefit preferiti, anche in questo caso l’Italia si distingue. Mentre negli altri Paesi ai primi due posti ci sono quasi sempre il lavoro flessibile e i giorni di ferie aggiuntivi, in Italia troviamo l’assicurazione sanitaria/copertura medica privata (57%) e l’auto aziendale (52%). Il lavoro flessibile è ‘solo’ al terzo posto, ma sempre con valori alti (51%). (Com/Red/ Dire) 06:15 23-07-24