Agricoltura. Mancano competenze per innovarla, lo studio di Nomisma

Sfida su sostenibilità e digitale

(DIRE) Bologna, 22 lug. – Il gap nelle competenze è uno dei principali punti da migliorare per favorire la diffusione in Italia delle innovazioni tecnologiche nelle imprese agricole ed alimentari. In un contesto in cui agricoltura e industria alimentare valgono 77 miliardi di euro di valore aggiunto e un export che nel 2023 ha superato i 64 miliardi di euro (comprensivo dei prodotti a base di tabacco), le sfide della transizione ecologica ed energetica a cui le imprese sono chiamate non possono prescindere dallo sviluppo dell’innovazione, in particolare digitale. E’ quanto emerge dall’indagine sulle imprese agricole e alimentari italiane (con un focus specifico su quelle tabacchicole) realizzata da Nomisma e presentata oggi a Verona in occasione del convegno ‘Le competenze per la transizione ecologica ed energetica nelle imprese agroalimentari italiane: stato dell’arte e fabbisogni’, organizzato con la collaborazione di Philip Morris. L’indagine, condotta su un campione di imprese agricole ed alimentari, ha rilevato sia gli investimenti realizzati dalle imprese e funzionali alla transizione eco-energetica, sia lo stato dell’arte sulle competenze necessarie alla transizione. Ebbene, rispetto agli obiettivi di produzione di energie rinnovabili e digitalizzazione dell’economia e della società, l’Italia evidenzia valori sotto la media rispetto agli altri paesi europei. In particolare, se si guarda al Digital economy and society index, l’Italia sconta un ritardo soprattutto nella componente del ‘capitale umano’, in altre parole nelle competenze digitali delle persone.

Se nel corso degli ultimi anni, il 71% delle imprese agroalimentari intervistate ha già effettuato investimenti per la transizione eco-energetica, un’azienda su quattro lamenta la mancanza di competenze specifiche e la necessità di formazione come i principali vincoli ad una maggior diffusione di tali innovazioni. Stringendo la maglia alle aziende tabacchicole, l’indagine Nomisma rileva come il 29% ritenga necessario lo sviluppo di competenze specifiche sull’utilizzo degli strumenti che favoriscano le innovazioni tecnologiche. Il gap da colmare emerge anche nella consapevolezza delle aziende sulla preparazione professionale dei propri addetti: dall’indagine emerge infatti che il 44% del campione intervistato ritiene molto importante la formazione, percentuale che sale al 59% nel caso delle aziende tabacchicole. Le competenze necessarie alla transizione eco-energetica più richieste dalle imprese risultano per il 48% delle aziende intervistate, quelle legate alla gestione sostenibile delle risorse e all’ottimizzazione dei processi produttivi. Un altro 33% segnala la capacità di utilizzare software per la gestione sostenibile dell’azienda, mentre il 28% individua le competenze biologiche e chimiche legate alla produzione sostenibile. La vera sfida è riuscire a trovare risorse umane competenti. Una problematica fortemente sentita: solo un’azienda su dieci non ritiene importante disporre di competenze nel percorso verso la transizione eco-energetica, una consapevolezza che tra le aziende tabacchicole trova conferma nel 100% delle imprese intervistate.

“Chi pensa che l’agricoltura sia ancora quella di cento anni fa commette un errore gravissimo: oggi l’innovazione è fondamentale. Per mantenere ad altissimi livelli la qualità della nostra agricoltura, la formazione degli addetti è indispensabile”, osserva il senatore Luca De Carlo, presidente della nona commissione del Senato. Resta nel tessuto imprenditoriale agroalimentare italiano un gap di competenze da colmare. Un divario che, nel caso del comparto tabacchicolo, trova un importante contributo alla sua riduzione nell’accordo di filiera in cui la formazione è parte integrante delle attività e dei servizi. “Nel caso della filiera tabacchicola, in particolare per quella componente organizzata fin dal 2011 all’interno dell’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris, lo sviluppo delle competenze e della formazione è sempre stato al centro della visione di sviluppo, a partire dalle buone pratiche agricole e del lavoro per arrivare a meccanismi di facilitazione delle innovazioni in favore della transizione digitale, ecologica ed energetica”, spiega Alberto Mantovanelli, presidente dell’Organizzazione produttori italiani di tabacco (Opit). “Se per vincere la doppia sfida della transizione ecologica ed energetica il digitale può rappresentare uno strumento importante, competenze e formazione si configurano come due leve strategiche altrettanto necessarie alle imprese agricole ed alimentari per governare piuttosto che subire questa transizione, restando così al passo degli enormi cambiamenti che stanno interessando la filiera agroalimentare”, conclude Paolo De Castro, presidente del Comitato scientifico di Nomisma. (Vor/ Dire) 17:34 22-07-24

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