Il continuo rincorrersi di voci che chiedono o smentiscono l’arrivo di una commissione d’accesso per il Comune di Reggio Calabria non fanno altro che confondere, irritare e far perdere ulteriore fiducia nelle istituzioni politiche locali ai reggini. Da anni in debito d’amore verso questa categoria a guardare l’affluenza alle urne.
La richiesta da più parti, di una commissione che, all’indomani dell’ennesima inchiesta, verifichi il regolare svolgimento dei fatti a Reggio Calabria, non è un atteggiamento giustizialista, anzi non può che essere una garanzia per tutti coloro che lavorano in quell’ambito. Chi ha operato nella legalità non ha nulla da temere, in parole povere chi non ha fatto nulla di male non ha nulla da temere, ovviamente in relazione ad eventuali accertamenti.
Ma l’invio da parte del Governo di una commissione d’accesso, farebbe affievolire ulteriormente quel sentimento di fiducia popolare che da sempre legittima l’operato di un Politico (la P non è un caso). Ecco giustificati quanti chiedono un passo indietro o di lato, come si preferisce dire, ai vertici dell’attuale governance cittadina. Ma le dimissioni non sono un atto legalmente dovuto.
Le dimissioni sono un’azione politica molto dolorosa, per chi le rassegna ma alle volte indispensabile se si vuole recidere il sospetto che si voglia essere legati più alla poltrona che alla mission conferita dagli elettori.
Senza allontanarsi troppo da Reggio, per esempio, fece così anni fa, l’ex Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti che intravedendo la possibilità di incrinare i rapporti con la base del suo elettorato decise di lasciare un incarico importantissimo, mai ricoperto da un altro reggino.
Ecco perchè pur essendo un garantista assoluto non mi scandalizzo quando a latere di fatti giudiziari ripetuti così complicati da accertare, qualcuno invoca le dimissioni…. Ma poi è questione di: ..lle, di stile, di coscienza e senso al dovere…
Fabrizio Pace