In Lombardia crescono annunci online e competenze IA

intelligenza artificiale

(DIRE) Milano, 28 Giu. – Dal 2013 al 2023, il numero di annunci di lavoro online in Lombardia è cresciuto significativamente, evidenziando una notevole dinamicità del mercato del lavoro, con quasi 800.000 annunci nel 2023. Nonostante lo shock pandemico abbia in qualche modo congelato alcune tipologie di richieste, la Lombardia ha mostrato una rapida ripresa rispetto al resto d’Italia. Gli annunci evidenziano una predominanza di professioni altamente qualificate, specialmente a Milano, mentre nelle province di Pavia, Lodi e Monza prevalgono le professioni tecniche.

Tra il 2019 e il 2023 si nota una crescita delle professioni a minore qualifica, segnale di una progressiva polarizzazione del mercato del lavoro. Mediamente il 40% degli annunci si riferisce a occupazioni caratterizzate da un elevato grado di esposizione alla IA. Il 36% degli annunci si riferisce invece e professioni prevalentemente con meno competenze e a occupazioni meno esposte alla IA. Queste le evidenze emerse da una ricerca sulle professioni del futuro condotta da Emilio Colombo, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Centro Studi di Assolombarda.

Il mercato del lavoro lombardo post-pandemico si caratterizza anche per la crescente attenzione delle occupazioni green, in linea con gli obiettivi della transizione verde dell’UE. Tradizionalmente, i cosiddetti ‘green jobs’ vengono identificati basandosi sulle caratteristiche della professione, ma lo studio dell’Università cattolica utilizza un approccio che va ad analizzare le offerte di lavoro direttamente per la presenza di competenze, indicando che il mercato potrebbe non considerare ancora cruciali alcune specificatamente ‘green’.

L’incidenza degli annunci mostra infatti un dato molto basso, intorno al 2% in media, con punte del 4-5% solo nelle professioni dirigenziali. Quelle più richieste tendono ad essere generiche, ricadendo semplicemente sotto il cappello “sostenibilità”, spesso associate a ruoli direttivi e manageriali. Questi risultati possono dipendere dalla presenza di competenze implicite in molte professioni a impronta ecologica, ma è innegabile il livello ancora limitato di consapevolezza e richiesta specifica nei processi di assunzione.

Dopo la pandemia è presente una crescente diffusione del lavoro a distanza, che ridefinisce l’organizzazione aziendale e le interazioni sociali. La produttività derivante dal lavoro remoto varia tra aumenti e cali, influenzati dalla qualità delle infrastrutture tecnologiche e delle pratiche aziendali. Studi OECD indicano un livello ottimale di lavoro da remoto di 2-3 giorni a settimana, bilanciando benefici e costi.

Tuttavia, il modello “ibrido” richiede coordinamento e investimenti in competenze trasversali e tecnologiche.  Questa tendenza si scontra con l’importanza crescente delle soft skills, evidenziando la necessità di adattare le competenze al lavoro remoto e all’integrazione dell’AI. Misurando l’impatto del lavoro remoto e delle interazioni sociali, emerge una correlazione positiva tra la remotizzazione e l’intensità delle relazioni interpersonali, che richiede la trasformazione delle competenze nel mercato del lavoro. (Nim/ Dire) 12:18 28-06-24

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