Prosegue l’impegno dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Belluno nell’azione di controllo economico del territorio, volta ad assicurare l’efficace contrasto ai diversi fenomeni illeciti potenzialmente rilevabili in ambito provinciale, con particolare riguardo al lavoro sommerso e ai possibili fenomeni di impiego di manodopera clandestina.
Il sommerso, infatti, pregiudica gli equilibri economici e finanziari del Paese, essendo orientato alla riduzione illegale dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) per massimizzare i profitti e ottenere ingiusti vantaggi competitivi, anche attraverso il “lavoro nero”, che arreca danni all’intero sistema economico nazionale perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori e compromette la leale e sana competizione tra imprese.
In tale contesto, nell’ambito di una mirata azione a tutela del distretto industriale dell’occhialeria da parte della Tenenza di Feltre, sono stati svolti – congiuntamente con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Belluno e il Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) della ULSS 1 “Dolomiti” di Belluno – una serie di interventi nei confronti di aziende operanti nel settore dell’occhialeria e gestite da soggetti di etnia marocchina (2° generazione presente in Italia).
In particolare, le sinergiche attività poste in essere hanno permesso, sinora, di scoprire, complessivamente, 6 lavoratori “in nero” e 7 irregolari, contestando, in taluni casi, gravi violazioni, sia sul piano fiscale (omessa effettuazione delle ritenute per oltre 5 mila euro) che in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro (mancata formazione dei lavoratori e mancata fornitura dei dispositivi di protezione individuali).
In ragione degli
approfondimenti esperiti, è scattata la propostaal competente Ispettorato Territoriale del Lavoro di Belluno per l’adozione del provvedimento sospensione dell’attività imprenditoriale, nonché la contestazione, a vario titolo, in capo ai datori di lavoro di sanzioni amministrative che vanno da un minimo di € 11.700 fino ad un massimo di € 70.200.
Le aziende controllate – da sempre operanti nel medesimo settore produttivo e nelle medesime località – risultavano, in precedenza, gestite da soggetti cinesi, che hanno successivamente abbandonato il territorio feltrino per stabilirsi nelle zone di confine del trevigiano. I lavoratori irregolari e/o in nero scoperti sono provenienti, prevalentemente, dall’Afghanistan, dal Pakistan e dal Bangladesh, nonché dal Marocco, terra di origine degli attuali gestori delle aziende controllate. Referente: Col. Dario Guarino; Contatti: 0437943131
La Guardia di Finanza di Belluno prosegue, anche d’intesa con gli altri organismi di vigilanza, nell’incessante opera di contrasto al sommerso da lavoro, piaga per il sistema economico sia in termini di tutela dei lavoratori che di concorrenza sleale rispetto alle attività commerciali oneste, e all’immigrazione clandestina, con la finalità di impedire lo sfruttamento di lavoratori stranieri irregolari, ponendosi quale insostituibile presidio di sicurezza economica e finanziaria per il territorio, a salvaguardia dell’economia legale e del corretto funzionamento dei mercati.
comunicato stampa GdF Belluno