Autonomia. Boccia: Tradite le aree più deboli, saranno più povere

(DIRE) Roma, 21 giu. – L’Autonomia differenziata “è un tradimento del Mezzogiorno. Ma non solo. Anche delle aree interne e delle aree di montagna. È un tradimento di tutte le parti del Paese che hanno bisogno della garanzia assoluta della presenza dello Stato affinchè siano garantiti i servizi essenziali a partire dalla sanità e i trasporti. Già le condizioni attuali hanno cristallizzato le diseguaglianze presenti. Con l’autonomia differenziata si dà le possibilità a Regioni ricche, penso a Lombardia e Veneto, di gestire da sole settori fondamentali lasciando indietro le Regioni più povere.

Così si inizia la scorporazione dell’unità del Paese che è l’opposto di ciò che vogliamo noi ma anche di quello che dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista al ‘Mattino’. “Il problema sostanziale – continua Boccia – è che non attua in nessun modo il principio di sussidiarietà. E si vede da un punto fondamentale: è una legge a invarianza di spesa. Come si realizza davvero l’equilibrio tra Nord e Sud se non ci sono fondi per finanziarie perequazione e sussidiarietà? La tesi di Calderoli, in buona sostanza, è questa: ognuno utilizza le proprie risorse.

Questo impoverirà le aree svantaggiare, benchè ora siano in crescita. Per questo è un doppio tradimento del Sud: perché il Sud in questa fase sta crescendo ed è necessario per l’Italia intera, ma a ben vedere per l’Europa, che continui a farlo. Con l’autonomia differenziata, invece, rischia di indietreggiare. I dati pubblicati in queste settimane dal ‘Mattino’ dimostrano che la Puglia e la Campania crescono più di Veneto e Lombardia.

Ma i governatori meridionali non hanno la possibilità di ottenere finanziamenti adeguati, ad esempio sulla sanità e sui trasporti. E con il ddl Calderoli tutto questo peggiorerà. L’autonomia che proponevamo noi era un’autonomia che attuava sussidiarietà. Noi volevamo applicare una legge ispirata a Don Sturzo, guardando al decentramento dei Comuni. Loro si ispirano ad Alberto Da Giussano. Sono modelli diversi.

Nel nostro modello si prevedeva prima di ogni altra cosa l’individuazione dei Lep e il loro finanziamento, iniziando il processo di perequazione. Qui, insisto, non ci sono i fondi per i Lep”. “Martedì nella manifestazione in piazza Santi Apostoli si è creato un vero e proprio fronte costituzionale. Un fronte fatto non solo dai partiti, ma da associazioni e sindacati. Una bella piazza spontanea e popolare. Si è unita l’Italia – conclude Boccia – che si indigna e che difende il tricolore e non le bandiere regionali”. (Enu/ Dire) 09:23 21-06-24

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