Il Papa è intervenuto per la prima volta nella storia al G7 il meeting dei Capi di Stato in cui si decidono le politiche internazionali da seguire. Il Pontefice, accompagnato da Giorgia Meloni, è stato accolto con entusiasmo dagli altri premier già presenti in sala. Dopo i saluti e l’introduzione del Presidente del Consiglio Italiano il Papa ha preso la parola e sull’Intelligenza Artificiale uno dei tempi del G7 ha detto:
“L’Intelligenza Artificiale è uno strumento affascinante e tremendo, la riflessione riguarda gli effetti dell’Intelligenza Artificiale sul futuro dell’umanità. La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinchè abbiano saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro. La scienza e la tecnologia sono dunque prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani.
Ebbene proprio dall’utilizzo di questo potenziale creativo che Dio ci ha donato, che viene alla luce l’Intelligenza Artificiale, quest’ultima com’è noto è uno strumento estremamente potente impiegata in tantissime aree dell’agire umano. Dalla medicina al mondo del lavoro dalla cultura alla comunicazione, dall’educazione alla politica ed è ora lecito che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera di come concepiamo la nostra identità di esseri umani.
Il tema dell’Intelligenza artificiale è tuttavia percepito come ambivalente, da un lato entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire. Non possiamo del resto dubitare che l’avvento dell’Intelligenza Artificiale rappresenti una vera e propria rivoluzione cognitivo industriale che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali.
Ad esempio l’Intelligenza Artificiale potrebbe permettere una democratizzazione dell’accesso al sapere il progresso esponenziale della ricerca scientifica la possibilità di delegare agli umani i lavori usuranti. ma al contempo essa potrebbe portare con se una più grande ingiustizia, tra nazioni avanzate e nazioni in via di sviluppo, tra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi. Mettendo così in pericolo la possibilità una cultura dell’incontro a vantaggio dello scarto, questo è il pericolo. La portata di queste complessa trasformazioni è ovviamente legata al rapido sviluppo tecnologico dell’Intelligenza Artificiale stessa. Proprio questo vigoroso avanzamento tecnologico rende l’Intelligenza Artificiale uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso ed impone una riflessione all’altezza della situazione.
In tale direzione forse si potrebbe partire dalla constatazione che l’Intelligenza Artificiale è anzi tutto uno strumento, e viene spontaneo affermare che benefici e danni che essa porterà dipenderanno dal suo impiego. Questo è sicuramente vero perchè così è stato per ogni utensile costruito dall’essere umano sin dalla notte dei tempi. Questa nostra capacità di costruire utensili in una quantità e complessità che non ha pari tra i viventi fa parlare di una condizione tecno-umana.
L’essere umano ha da sempre mantenuto una relazione con l’ambiente mediata dagli strumenti che via via produceva. Noi esseri umani viviamo una condizione di ulteriorità rispetto al nostro essere biologico, siamo esseri sbilanciati verso il fuori di noi, anzi radicalmente aperti ad altri, da qui prende origine la nostra apertura agli altri e a Dio, da qui nasce il potenziale creativo della nostra intelligenza in termini di cultura e di bellezza, da qui da ultimo si origina la nostra capacità tecnica. La tecnologia è così traccia di questa nostra ulteriorità.
Tuttavia l’uso dei nostri utensili, non sempre è univocamente rivolto al bene, anche se l’essere umano sente dentro di se una vocazione all’oltre ed alla conoscenza vissuta come strumento di bene al servizio dei fratelli e delle sorelle della casa comune non sempre questo accade. Anzi non di rado proprio grazie alla sua radicale libertà, l’umanità ha pervertito i fini del suo essere, trasformandosi in nemica di se stessa e in nemica del Pianeta. Stessa sorte possono avere gli strumenti tecnologici solo se sarà garantita la loro sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano gli strumenti tecnologici riveleranno non solo la grandezza dell’essere umano ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di coltivare e custodie il Pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia e parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella unica condizione tra libertà e responsabilità cioè vuol dire parlare di etica. Non si può staccare una cosa dall’altra.
L’Intelligenza Artificiale è uno strumento ancora più complesso, direi quasi che si tratta di uno strumento sui generis, conviene ricordare che la macchina può in alcune forme e con i nuovi mezzi, produrre delle scelte algoritmiche. Ciò che la macchina fa è una scelta tecnica tra più possibilità e si basa su criteri ben definiti o su differenze statistiche. L’essere umano, invece non solo sceglie ma in cuor suo è capace di decidere. Per questa ragione di fronte ai prodigi delle macchine che sembrano poter scegliere in maniera indipendente dobbiamo aver sempre chiaro che all’essere umano deve sempre rimanere la decisione anche con i toni drammatici con cui a volte questa si presenta nella nostra vita.
Condanneremmo l’umanità ad un futuro senza speranza se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stessi e sulla loro vita condannandoli a dipendere dalle scelte delle macchine. Abbiamo bisogno di di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi dei intelligenza artificiale, ne va della stessa dignità umana!
Proprio su questo tema permettetemi di insistere, in un dramma come quello dei conflitti armati è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo dei dispositivi come le cosiddette armi letali autonome. Per bandire l’uso cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano. Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano! Rimettere al centro la dignità della persona in vista di una proposta etica condivisa“. Questa la parte saliente dell’intervento di Papa Francesco oggi al G7 in Puglia.
Fabrizio Pace