Montagna. A 2.500 metri in scarpe ginnastica, Zaia: soccorsi non sono taxi

Presidente Veneto dopo sos da Lagazuoi: ancora troppi imprudenti

(DIRE) Venezia, 12 Giu. – “Il nostro Soccorso Alpino e gli elicotteri gialli della sanità regionale non sono ‘taxi’. Chi approccia le cime pensando, con una chiamata, di poter tornare in breve tempo al parcheggio dell’auto scortato dai soccorritori in divisa, deve valutare le conseguenze e le responsabilità della propria incoscienza. La stagione estiva anche in montagna è appena iniziata e sono già numerose le segnalazioni di imprudenza che hanno costretto ad intervenire uomini e mezzi del Soccorso Alpino”. Lo dichiara il presidente del Veneto, Luca Zaia, commentando la notizia di oggi un escursionista soccorso a 2.480 metri sul Lagazuoi dove stava salendo in scarpe da ginnastica.

Nell’arco dell’ultimo mese sono stati oltre 50 gli interventi degli uomini e delle donne del Corpo nazionale del soccorso alpino. I soccorritori nei loro rapporti riferiscono di persone senza la dovuta attrezzatura, con scarpe da ginnastica sui sentieri in quota, senza vestiario adeguato al maltempo. Sottovalutazioni che, in una stagione come questa, “rischiano di costare caro: l’approccio alla montagna non avviene con la dovuta attenzione e con una preparazione sufficiente”, avvisa Zaia. Quello di oggi “è solo l’ultimo di una serie di episodi accaduti anche quest’anno- sottolinea- colgo l’occasione per rinnovare l’appello alla responsabilità e alla prudenza a tutti coloro che si recano a fare escursionismo, arrampicata o qualsiasi attività tra monti e boschi montani. I veri amanti della montagna lo sanno bene: bisogna avere il giusto rispetto per la montagna e per sé stessi. La prudenza non è mai troppa anche per chi ha una preparazione adeguata”.

In montagna serve “essere consapevoli che l’imprudenza ha un elevato costo sociale: non possiamo chiedere al Soccorso Alpino, all’elisoccorso, al Soccorso alpino della Guardia di Finanza di fare miracoli. Troppo spesso oramai i soccorritori sono impegnati in interventi rischiosi per recuperare persone che in molti casi sono incolumi. La fatalità esiste, ma dobbiamo fare in modo chi i soccorritori, gli angeli della montagna, che colgo l’occasione di ringraziare tutti, non siano costretti a fare interventi eccezionali, mettendo a repentaglio la loro incolumità, per soccorrere persone imprudenti. Credo- conclude Zaia- sia un impegno che tutti coloro che frequentano le nostre montagne per diletto e per passione sono in grado di assumersi”. (Mac/ Dire) 17:19 12-06-24

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