Sudan. Darfur, MSF: paramilitari saccheggiano ospedale El Fasher

ONG e Ministero della Salute costretti a sospendere assistenza feriti

(DIRE) Roma, 10 Giu. – Il South Hospital, principale ospedale per il trattamento dei feriti di guerra a El Fasher, in Darfur settentrionale, è stato attaccato dalle Forze di Supporto Rapido (RSF) sabato mattina. Medici Senza Frontiere (Msf) e il Ministero della salute hanno dovuto sospendere tutte le attività nella struttura dopo che i soldati delle Rsf hanno fatto irruzione all’interno, aperto il fuoco, saccheggiato le forniture e rubato un’ambulanza di Msf. E’ quanto si legge in una nota di Msf.

La maggior parte dei pazienti e lo staff medico che erano nell’ospedale, compreso tutto il personale di MSF, sono riusciti a fuggire e mettersi in salvo dagli spari delle RSF ma, a causa del caos, le équipe di Msf non sono state in grado di verificare se ci siano stati morti o feriti a causa della sparatoria, spiega la nota. Al momento dell’incursione c’erano solo 10 pazienti e un’équipe medica ridotta poiché, dopo l’intensificarsi dei combattimenti, Msf e il Ministero della salute avevano iniziato a trasferire i pazienti e i servizi medici in altre strutture all’inizio della scorsa settimana.

“È oltraggioso che le Rsf abbiano aperto il fuoco all’interno dell’ospedale. Non si tratta di un incidente isolato. Il personale e i pazienti hanno assistito a diversi attacchi alla struttura per settimane, ma aprire il fuoco all’interno di un ospedale supera ogni limite- dichiara Michel Lacharité, responsabile delle emergenze di Msf- Le parti in conflitto devono smettere di attaccare gli ospedali che, uno dopo l’altro, vengono danneggiati e chiusi. Le strutture rimaste ad El Fasher non sono preparate per afflussi di feriti di massa.

Stiamo cercando di trovare delle soluzioni, ma la responsabilità è delle parti in conflitto che devono risparmiare le strutture mediche”.  Tra il 25 maggio e il 3 giugno, il South Hospital è stato colpito per tre volte da colpi di mortaio e proiettili, uccidendo 2 persone e ferendone 14, tra pazienti e familiari, continua la nota. La struttura era il principale ospedale di riferimento per il trattamento dei feriti di guerra a El Fasher, l’unica attrezzata per gestire afflussi di pazienti di massa e uno dei due ospedali con capacità chirurgiche.

In meno di un mese, tra il 10 maggio e il 6 giugno, oltre 1.300 feriti sono stati curati presso l’ospedale. I feriti sono stati ora trasferiti in altre strutture che non sono preparate a gestire un tale afflusso di pazienti, come l’ospedale pediatrico e l’ospedale saudita. In Darfur settentrionale, conclude la nota, Msf è in azione per trasferire i servizi sanitari dal South Hospital ad altre strutture e continua a lavorare nel campo di Zamzam per rispondere alla crisi nutrizionale. (Com/Mtr/ Dire) 11:26 10-06-24

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