Oggi ricorre la morte di Nerone, avvenuta il 9 Giugno del 68 d.C., fu l’epilogo di un regno segnato da controversie e tensioni. Secondo gli antichi storici, tra cui Tacito e Svetonio, Nerone si trovò ad affrontare una congiura contro di lui, nota come congiura dei Pisoni. La scoperta del complotto scatenò una serie di repressioni che culminarono con l’eliminazione fisica di numerosi senatori e cavalieri romani.
Tuttavia, la situazione per Nerone peggiorò ulteriormente quando le legioni stanziate in Gallia, Germania e Spagna si ribellarono, proclamando imperatore Gaio Giulio Vindice, governatore della Gallia Narbonense.
Isolato e disperato, Nerone fuggì da Roma verso la sua villa di campagna a 40 chilometri dalla città.
Abbandonato anche dalla sua guardia pretoriana, si rifugiò in un tunnel sotterraneo, dove, secondo la tradizione, fu raggiunto dal suo liberto Epafrodito, che lo aiutò a togliersi la vita pugnalandolo alla gola.
La morte di Nerone segnò la fine della dinastia giulio-claudia e l’inizio di un periodo di incertezza politica conosciuto come anno dei quattro imperatori. Il Senato romano, infatti, dichiarò Nerone nemico pubblico (damnatio memoriae) e cancellò ogni traccia del suo regno.
La narrazione della morte di Nerone è ricca di dettagli macabri e aneddoti, alcuni dei quali potrebbero essere stati ingigantiti o inventati dai suoi storici avversari. Tuttavia, non vi è dubbio che la sua fine rappresentò un evento cruciale nella storia dell’Impero romano.
AI