“Controlli piu’ stringenti per richiedendi extra UE”
(DIRE) Roma, 5 Giu. – “Quello di oggi è un traguardo: porre un limite chiaro a un potenziale illecito che va non solo a svantaggio dello Stato, ma anche di studenti e studentesse capaci e meritevoli. I diritti vanno di pari passo con la legalità. Il diritto alle borse di studio, così come l’accesso allo stedio sono per noi una priorità e ora la nostra cooperazione con la Guardia di Finanza diventa puntuale”.
Lo dichiara la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, nel corso della cerimonia per la firma di un protocollo con la Guardia di Finanza, stamani a Roma.
La ministra continua: “Abbiamo 250mila studenti – pari al 40% degli studenti universitari italiani – che frequentano gratuitamente l’università. È tanto.
Ed è tramite un fondo che ammonta a un miliardo e duecento milioni” per il prossimo anno accademico 2024/2025. Nel dettaglio, l’investimento del Mur in borse di studio sarà pari a circa 850 milioni, cifra che secondo il ministero non è mai stata registrata in precedenza. Un impegno che arriva a 1,2 miliardi con le risorse regionali.
Secondo Bernini, l’aspetto più interessante del protocollo stretto con la Guardia di Finanza consiste però nel fatto di “averci aiutato a distinguere tra beneficiari italiani e comunitari, da un lato, e beneficiari extra UE dall’altro, che accedono al 14% delle 250mila borse erogate”. I criteri per l’erogazione prevedono l’autocertificazione: “Noi intendiamo controllare che, anche per gli extra-Ue, corrispondano ai redditi effettivi”.
Un cortocircuito che, informa Bernini, si genera “a livello consolare, a cui viene a volte chiesto di certificare profili economici non veritieri”, e che è emerso a gennaio scorso: “Ricordo l’intervento in Emilia Romagna ad esempio”, che ha portato a scoprire 300 borse di studio false erogate a studenti di origine asiatica, che hanno avuto accesso illecitamente, per un totale di un milione di euro.
(Alf/Dire) 12:40 05-06-24