L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha iniziato la sua attività il 1° giugno 1999. 25 anni dopo, l’OLAF ha chiuso migliaia di indagini e dato la caccia a miliardi di euro rubati ai contribuenti europei. Il mondo è cambiato profondamente e anche la lotta alle frodi si è evoluta.
Dal 1999 gli investigatori dell’OLAF hanno scoperto circa 16 miliardi di euro che altrimenti sarebbero andati perduti a causa di irregolarità o frodi. Oltre a ciò, l’OLAF ha indagato su casi di cattiva condotta da parte del personale o dei membri dell’UE, individuando reti di contrabbando, rintracciando prodotti contraffatti e sviluppando politiche che impediscono in primo luogo il verificarsi di frodi.
Negli ultimi 25 anni l’OLAF ha chiuso complessivamente oltre 6000 indagini, con raccomandazioni per ulteriori azioni che vanno dal recupero di denaro o al miglioramento dei controlli amministrativi all’avvio di procedimenti penali o di misure disciplinari.
Il direttore generale dell’OLAF Ville Itälä ha commentato:
” Oggi è sia il momento per guardare indietro con orgoglio ai nostri risultati, sia il momento per guardare al futuro. Abbiamo dimostrato che investire nella lotta contro la frode ripaga: per ogni euro costato dalle operazioni dell’OLAF, abbiamo rintracciato almeno 10 euro da recuperare nel bilancio dell’UE. E questo senza contare tutti i soldi che abbiamo impedito venissero dirottati.
L’OLAF ha ormai trascorso un quarto di secolo a proteggere non solo i miliardi di denaro proveniente dai contribuenti appartenenti ai cittadini dell’UE, ma anche i loro diritti, la sicurezza, la salute, l’occupazione e l’economia. Abbiamo violato schemi internazionali che rubavano denaro all’agricoltura, alle infrastrutture, alla sanità, all’istruzione, alla ricerca, all’energia, all’ambiente e alla digitalizzazione. Abbiamo intercettato shampoo contraffatti, giocattoli non sicuri, pillole poco affidabili, gas e pesticidi pericolosi, miele adulterato, rifiuti illeciti, specie in via di estinzione. Abbiamo evitato le truffe al culmine della pandemia di COVID-19. Abbiamo rintracciato operatori loschi che eludevano i dazi doganali e l’IVA ed eludevano i dazi antidumping, danneggiando le imprese e i posti di lavoro europei. Abbiamo indagato all’interno delle istituzioni dell’UE per garantire che tutti fossero responsabili delle stesse regole e standard.
Il risultato è che abbiamo accumulato esperienza, conoscenza, personale molto diversificato proveniente da ogni angolo dell’UE, una rete di partner che si estende dalle autorità nazionali dell’UE a ogni altro angolo del mondo. La giornata di oggi rappresenta una pietra miliare tanto per l’OLAF quanto per i cittadini europei e per tutte le autorità partner che creano la rete antifrode europea. Vorrei esprimere loro la nostra gratitudine. Non è possibile combattere solo la frode.
25 anni fa i truffatori non dovevano preoccuparsi troppo delle indagini transfrontaliere. Potevano contare sul nascondersi nello spazio tra un confine e l’altro, tra la linea telefonica di un’autorità e quella del suo vicino. Le cose sono molto diverse ora. L’OLAF ha costruito ponti e rafforzato la rete.
Ma non è il momento di riposarsi. Non viviamo più nella stessa realtà che conoscevamo all’inizio del millennio. Oggi il mondo è molto più connesso, le frodi e le irregolarità avvengono dietro uno schermo, le transazioni finanziarie complesse e il riciclaggio di denaro avvengono in un istante, le reti criminali si infiltrano in nuovi settori. L’Europa si trova ad affrontare concorrenti globali sempre più agguerriti e reagisce con nuovi strumenti – anche finanziari – per proteggere il nostro modo di vivere.
Il nostro compito è tenere il passo anche quando affrontiamo la sfida di far corrispondere un carico di lavoro più complesso e maggiore con le stesse risorse. Voglio che le parole chiave per il futuro dell’OLAF siano: indagini rafforzate attraverso l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale, prevenzione mirata delle frodi e forte cooperazione”.
comunicato stampa – OLAF