La riforma costituzionale che modificherà in parte i poteri del premier è uno degli obiettivi di questo governo, il la madre di tutte le possibili ulteriori riforme che ne potranno derivare. E’ Giorgia Meloni a ricordarlo durante l’evento la Costituzione di tutti in cui spiega, ancora una volta quali potrebbero essere i vantaggi di una simile riforma attesa ormai da decenni anni.
Il peggior nemico del premierato in questo momento è l’ostracismo ideologico messo in campo dalla Sinistra che non vuole discuterne nel merito. “Anch’io quando ero all’opposizione votai per la riduzione dei Parlamentari, certo l’ avrei fatta diversamente, ma nel merito ero d’accordo che era una legge da approvare”, ha ricordato il Presidente del Consiglio.
La battaglia populista di carattere ideologico delle sinistre non tiene conto della qualità dei contenuti. Non spiega a quella sua parte di elettori che questo genere di riforma è proiettata nel futuro del Paese. Non sarà quindi per il governo in carica o non influirebbe sulla carica istituzionale del Presidente Mattarella che viene continuamente tirato in ballo indebitamente.
Il prossimo governo, qualunque esso sia, ed il prossimo Presidente della Repubblica, rientrerebbero nella riforma del premierato.
Sarà il Parlamento Italiano a doverne discutere in maniera seria sul tema, ma già la Schlein promette almeno 300 emendamenti, che rallenteranno l’iter.
In ogni caso qualora non si arrivasse ad una decisione determinate alle Camere, sarà il popolo italiano a pronunciarsi sull’argomento come vuole la Costituzione. Quindi potrebbe essere necessario un Referendum, Premierato sì Premierato no. Secondo Giorgia Meloni , sarebbe un errore fondamentale personalizzare politicamente la scelta.
Fabrizio Pace
