La recente approvazione in Consiglio regionale del PDL sui servizi educativi, è occasione opportuna per alcune riflessioni sull’Istruzione in Calabria ed a Reggio Calabria. Si tratta di una normativa riordinata e perfezionata per meglio disciplinare il complesso sistema integrato di educazione ed istruzione dalla nascita ai sei anni, alla luce della più recente normativa nazionale, delle Raccomandazioni europee, della Strategia dell’Unione Europea sui diritti delle persone di minore età e del Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili, che garantisce misure specifiche per minori a rischio povertà o esclusione sociale.
Non può che accogliersi con compiacimento, dopo un iter spedito, l’approvazione all’unanimità in Consiglio della Pdl, su iniziativa della vicepresidente Giusy Princi, che riordina la normativa sui servizi educativi in Calabria nelle “scuole dell’infanzia”. Si tratta del primo dei sei settori sui quali si articola in Italia il sistema dell’Istruzione e della Formazione (scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado e IeFP, Istruzione per adulti, istruzione superiore offerta dalle Università, dalle istituzioni dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e dagli ITS).
La potestà legislativa concorrente della Regione in materia di istruzione, partendo dall’analisi del contesto socio-economico territoriale, ha consentito di intervenire in un settore primario come quello della scuola dell’infanzia, con l’obiettivo di cancellare la povertà educativa che spesso si associa a fenomeni di povertà economica, isolamento sociale, dispersione scolastica.
La legge regionale approvata nella seduta del Consiglio regionale della Calabria del 7 Maggio, promuove la dimensione collegiale del servizio attraverso il coinvolgimento attivo dell’Ufficio scolastico regionale, degli enti locali, degli educatori e delle famiglie, nell’ottica di raggiungere, progressivamente, la gratuità dei servizi educativi. Alla luce degli indirizzi nazionali e regionali, i Comuni concorreranno alla programmazione dell’offerta educativa ed alla redazione della relativa Carta dei servizi, che se da una parte illustra le modalità di erogazione del servizio, gli standard di qualità e le modalità di tutela dei fruitori, dall’altra è una vera e propria assunzione di responsabilità dell’ente.
La titolarità dei servizi educativi potrà essere pubblica, a gestione diretta o indiretta (mediante affidamento) dei Comuni, privata convenzionata o privata non convenzionata. Sarà la Carta dei servizi a prevedere i requisiti per l’accreditamento, ovvero per l’autorizzazione al funzionamento di tali servizi, previo parere obbligatorio di una Commissione tecnico-multiprofessionale e l’operatività di queste strutture sarà subordinata al possesso di requisiti soggettivi, strutturali, gestionali e qualitativi che garantirà in primis i bambini che vi accederanno.
L’elaborazione dell’Osservatorio Istruzione e Diritto allo studio della Regione Calabria dei dati Istat 2022, sulla popolazione scolastica calabrese, confermando su base regionale la negativa dinamica demografica nazionale, quantifica nel 2,2% (bambini 0-2 anni) e 2,4% (bambini 3-5 anni) la percentuale della popolazione residente nel territorio dell’Ambito Territoriale Sociale di Reggio Calabria.
In attesa del Regolamento attuativo della Legge regionale, in fase di definizione da parte del Tavolo tecnico regionale, l’obiettivo dell’Amministrazione comunale entro la fine del 2024, sarà quello di incrementare i 35 servizi per l’infanzia censiti, autorizzati ad ospitare 688 bambini (percentuale di poco superiore al 30%), con l’apertura di nuove e moderne strutture comunali, da realizzare all’insegna dell’efficientamento energetico e della funzionalità dei servizi, che consentiranno una migliore gestione del tempo e degli spazi.
Anna M. Briante