Trioschi (Aito): è strumento cittadinanza, valutare bene scelta
(DIRE) Roma, 3 Mag. – “La carrozzina è uno strumento di cittadinanza: offre benessere, autonomia e dà la possibilità alle persone con disabilità di poter fare tutto quello che desiderano, ma non è un dispositivo accessibile a tutti. L’Oms stima che circa l’1% della popolazione mondiale, 80 milioni di persone, dovrebbe beneficiare di questo ausilio però solo il 10% ne ha accesso” dice Devis Trioschi, terapista occupazione della Ausl di Modena, che opera nell’Unità operativa complessa Centro disturbi cognitivi e demenze del distretto di Castelfranco Emilia. “Probabilmente dipende da un sistema di welfare che non funziona bene- aggiunge il terapista occupazionale dell’Associazione italiana dei terapisti occupazionali (Aito), intervenuto sul tema ad Exposanità- come ad esempio nei paesi in via di sviluppo”. Inoltre, trovare la carrozzina giusta per ogni persona non è un’operazione semplice: “La carrozzina non si sceglie su un catalogo, serve una valutazione corretta e ci sono dei passi importanti da seguire. Le recenti linee guida dell’Oms- spiega Trioschi- ricordano che la valutazione deve essere eseguita attraverso delle prove, durante le quali bisogna chiedere all’utente come si sente, per capire se quella è la strada giusta. Solo in quel caso- chiarisce- andiamo avanti e facciamo delle prove per tempi più lunghi”. Una volta che è stata definita la carrozzina, si prosegue con “una buona personalizzazione, attraverso un addestramento all’uso”.
L’ultimo passaggio riguarda i controlli nel tempo: il follow-up. Queste procedure richiedono operatori formati, e per chi si occupa di ausili complessi la formazione dovrà essere specifica. “Oltre alla formazione- prosegue il terapista occupazionale di Aito- l’organizzazione deve avere una struttura all’interno delle Ausl che permetta di fornire alle persone una risposta di base sui bisogni semplici, e di secondo e terzo livello per gli ausili complessi. Servono i centri ausili e gli ambulatori ausili multiprofessionali per fornire tutte le risposte ai bisogni più complessi come, ad esempio, quelli di persone che devono utilizzare le carrozzine elettroniche o elettroniche ad alta complessità con comandi alternativi al joystick e sistemi di sicurezza innovativi. È un mondo veramente molto ampio e non è un caso che in alcuni Paesi, soprattutto Stati Uniti e Canada, sia una parte specifica della riabilitazione. Ci sono degli operatori dedicati a fare esclusivamente quello”.
L’uso della carrozzina è consigliato anche ai bambini molto piccoli, già nel primo anno di vita. “Inserire gli ausili elettronici per la mobilità nei bambini in età evolutiva è importante per la crescita personale, per potergli consentire di fare esperienze il prima possibile. Non c’è un limite, noi cerchiamo di introdurli il prima possibile- afferma Trioschi- e questa è la regola che ci deve guidare. A volte, però, bisogna considerare le condizioni cliniche o il tema dell’accettazione dei familiari. Spesso si arriva a introdurla a due, tre, quattro anni perchè c’è ancora lo stigma della carrozzoina”. La tecnologia nel frattempo sta facendo passi da gigante sia sul versante della sicurezza che della mobilità aumentativa. “L’evoluzione tecnologica delle carrozzine è andata di pari passo con quella delle auto. Negli ultimi quindici anni è arrivata la cosiddetta elettronica complessa: dei pacchetti di dati inseriti nel sistema nervoso delle carrozzine che permettono agli utenti di fare cose complesse. Sul versante della sicurezza sono stati sviluppati dei sistemi radar che vedono gli ostacoli sul livello del pavimento e sotto il livello del pavimento, come le buche o l’inizio di una scala, e permettono di rallentare o fermare la carrozzina anche se l’utente non se ne accorge”.
Al momento si tratta di “progetti sperimentali, introdotti solo in Nord America”. L’utente che usa una carrozzina elettronica o un ausilio elettronico per la mobilità è considerato un pedone e deve utilizzare tutti gli spazi riservati ai pedoni. “Ci saranno dei sistemi di sicurezza che potranno migliorare anche la sicurezza in ambiente esterno: una sorta di telecomando che può bloccare la carrozzina a distanza, se la persona è in pericolo. Sono delle dotazioni che si consigliano quando si dà la carrozzina ai bambini e si lascia il telecomando ai genitori per una questione di sicurezza”, conclude Trioschi. (Rac/ Dire) 19:01 03-05-24