Migranti. Patto UE, 161 ONG: non fermerà le morti in mare

Appello associazioni: aumenta detenzioni e uso rotte pericolose

(DIRE) Roma, 10 Apr. – “Le morti nel Mediterraneo continueranno e migliaia saranno private dei loro diritti nei prossimi decenni. Con la riforma, l’UE legalizza le violazioni dei diritti umani alle frontiere esterne”.

Questa la posizione di Giulia Messmer, portavoce di Sea-Watch, sull’approvazione da parte del Parlamento europeo del nuovo patto per la migrazione. In una nota Sea-Watch ricorda di aver sottoscritto un appello insieme ad altre 160 organizzazioni della società civile, in cui si chiedeva ai parlamentari di votare contro la proposta, in quanto conterrebbe diverse criticità.

Tra queste, le organizzazioni denunciano la detenzione di fatto alle frontiere anche di famiglie con bambini di tutte le età, procedure accelerate e inferiori agli standard per la valutazione delle richieste di asilo, tendenza a favorire procedure di rimpatrio anche per via dell’ampliamento dell’accezione del principio di “paese terzo sicuro”.

Inoltre, in assenza di percorsi sicuri e regolari, le organizzazioni avvertono che “le persone in cerca di sicurezza o mezzi di sostentamento saranno costrette a intraprendere rotte sempre più pericolose, tanto che il 2023 si è configurato come l’anno più mortale mai registrato dal 2015: solo nel Mediterraneo, sono morte più di 2.500 persone”.

Infine, si avverte che il Patto “rappresenta un ulteriore passo avanti nell’uso delle nuove tecnologie per la sorveglianza di massa dei migranti e delle persone razzializzate, poiché tecnologie più intrusive verranno impiegate alle frontiere e nei centri di detenzione, i dati personali delle persone verranno raccolti in blocco e scambiati tra le forze di polizia in tutta l’UE o l’identificazione biometrica i sistemi saranno utilizzati per tracciare i movimenti delle persone e aumentare il controllo dei migranti privi di documenti”. (Alf/Dire) 18:31 10-04-24 (foto di repertorio)

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