Numerosi video di “propaganda” lo dimostrano e provocano il panico
Bufale e disinformazione sono molto pericolose e spesso non è facile distinguerle tra milioni di informazioni. In queste ultime settimane molti video sui social network, soprattutto su TikTok, avanzano teorie secondo cui il mondo è già in una guerra mondiale. Diffondere queste teorie, supportate da immagini colorite, senza fonti né background tecnico, porta innumerevoli clic, gioca sulla paura ed è praticamente diventato una “tendenza”.
Su TikTok compaiono sempre più spesso video dedicati alla domanda: “Cosa accadrebbe se la NATO attaccasse la Russia ?” Una domanda sul futuro a cui spesso è difficile rispondere per gli esperti e che lascia aperte molte possibilità, viene spiegata semplicemente sulla piattaforma video. Attraverso l’uso delle tecnologie AI, questi testi sono accompagnati da immagini realistiche. Vengono mostrati il lancio di missili nucleari o civili in preda al panico mentre una voce artificiale spiega cosa accadrà. Si può anche vedere che in molti video c’è una sola narrazione.
L’aggressore della Terza Guerra Mondiale è solitamente la NATO, la vittima è la Russia. Vengono discussi anche argomenti legati alla guerra, come problemi di approvvigionamento o movimenti di rifugiati. Vengono forniti anche consigli su come comportarsi in caso di guerra e in quali paesi fuggire rapidamente.
Spesso gli “ esperti ” vengono addirittura mostrati in un video. Sono tratti da altre interviste rilasciate in un podcast, ad esempio, ma non compaiono mai in nessuno dei video stessi. Spesso non è chiaro quale accreditamento abbiano questi “esperti”. Le tue parole verranno interpretate e modificate liberamente per adattarsi al video. Mancano quindi i secondi pareri. La maggior parte dei commenti concorda con i video.
“La guerra va avanti da dieci anni”, dice un commento. I bambini e i giovani che si confrontano con questi video spesso non riescono a distinguere tra ciò che è realmente vero e ciò che non lo è. Molti di loro usano TikTok come una delle poche fonti di notizie, il che aggrava il problema. Questo allarmismo gestito provoca in alcuni giovani grande incertezza e paura, anche riguardo al proprio futuro.
Alla luce di tanto, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda i giovani a mettere in discussione in modo critico il contenuto. Dovresti controllare quali fonti sono state utilizzate per le informazioni e se esistono ricerche valide al riguardo. Tuttavia è ancora più importante che i genitori parlino dei contenuti ai propri figli.
c.s. – Sportello dei Diritti