Spazio. Cosa si mangerà su Marte? Il simposio sul cibo in orbita

(DIRE) Roma, 20 mar. – Verdura fresca coltivata sulla Luna. Pomodori di serra cresciuti su Marte. Non è lo scenario di un film di fantascienza ma ciò su cui sono già al lavoro scienziati ed esperti che stanno studiando come nutrire gli astronauti che saranno impegnati in missioni più lunghe e complesse di quelle attuali. Studi che potranno avere ricadute anche sulla Terra, dove a causa dei cambiamenti climatici dovremmo affrontare problemi come la siccità e la carenza di risorse. A questi temi già attuali l’Asi (l’agenzia spaziale italiana) ha dedicato un Simposio di due giornate: ‘A tavola nello Spazio: produzione, conservazione e preparazione di cibo’. Oggi e domani, nella sede dell’Asi di Via del Politecnico a Roma e in diretta streaming, ricercatori e scienziati si sono confrontati sul tema.

“Il cibo nello Spazio è un argomento di assoluta importanza in considerazione del futuro, dell’esposizione spaziale e della vita umana in orbita prolungata- ha commentato il presidente di ASI Teodoro Valente- Il tema dell’esplorazione spaziale sta ricevendo una grandissima attenzione, anche dal punto di vista della partecipazione industriale e istituzionale. L’Italia ha una tradizione culinaria e un patrimonio gastronomico invidiabile, e questo, insieme alla tecnologia e ai sistemi di osservazione della Terra, insieme ai sistemi di telecomunicazioni e navigazione, rappresenta un’altra eccellenza del made in Italy che è giusto portare nello Spazio”.

“Per noi il cibo non è solo nutrimento ma anche elemento di benessere, convivialità, qualità- ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenuto da remoto- L’Italia viene percepita nel mondo come la nazione che produce qualità. Abbiamo all’interno del nostro DNA culturale alcuni elementi che ci hanno permesso di consolidare il nostro ruolo come riferimento nel mondo della cucina. Questa è la nostra forza: la qualità. Anche nelle missioni spaziali, non dobbiamo rinunciare alla qualità”. Il ministro ha poi ricordato la missione Axiom che ha visto il coinvolgimento dell’astronauta italiano Walter Villadei e ha sottolineato l’importanza dello Spazio anche per risolvere il problema della sicurezza alimentare: “Ricercare e trovare nuovi sistemi di produzione è la sfida del Pianeta”, ha concluso il ministro.
Le missioni del futuro, infatti, porteranno gli astronauti a stazionare sulla Luna e su Marte. Distanze che rendono necessario sviluppare tecnologie di coltivazione che potranno poi essere utili sulla Terra. Dal packaging totalmente riciclabile alla rigenerazione di zone secche, fino a sistemi in gravi di risparmio di acqua e risorse. Oggi gli astronauti si nutrono con cibi disidratati, preconfezionati o precotti. Pochissimi i cibi freschi, anche se sulla Stazione spaziale internazionale già crescono delle coltivazioni a scopo sperimentale.
Diversa sarà la sfida di sfamare gli astronauti che rimarranno a lungo sulla Luna e su Marte, dove sarà necessario costruire dei veri e propri ecosistemi. Un obiettivo che per essere raggiunto avrà bisogno della sinergia tra il mondo della ricerca e l’industria, incentivando la partecipazione di attori non ancora impegnati nel settore spaziale. Per questo, l’obiettivo del Simposio di ASI è anche quello di creare un network interdisciplinare per il potenziamento del settore e la valorizzazione del contributo nazionale alle future missioni scientifiche, nel contesto degli obiettivi di esplorazione globali.

Tra i temi che verranno affrontati, le nuove metodologie per la trasformazione del cibo fresco; le tecnologie per la preparazione delle pietanze nello spazio; packaging innovativi e facilmente riciclabili e la stabilità degli alimenti in ambiente estremo spaziale. E poi la riduzione e il riutilizzo di scarti alimentari e gli studi e le tecnologie per la produzione di cibo fresco nello spazio.
(Adi/Dire) 13:34 20-03-24

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