(DIRE) Roma, 3 Mar. – “La situazione a Gaza è oltre la catastrofe. Ogni aspetto della vita delle persone è stato smantellato sistematicamente e brutalmente. Anche il nostro staff è traumatizzato e molto stanco di vivere senza accesso alla salute né all’acqua potabile, perché resta solo quella salata del mare, e questo provoca terribili complicazioni mediche. Inoltre la gente non ha da mangiare, i casi di malnutrizione aumenteranno drasticamente”. Con l’agenzia Dire al Cairo parla Helen Ottens-Patterson, capomissione a Gaza di Medici senza frontiere (Msf), intervistata a margine di un incontro organizzato al Cairo, nel corso del quale la capomissione aveva riferito che “solo il 20% delle strutture sanitarie è ancora funzionante.
Israele è esperto nel distruggere le infrastrutture e la vita delle persone, ma quello a cui stiamo assistendo non ha precedenti nella storia di Msf”. Mentre avviene il meeting, organizzato al Cairo per informare una delegazione italiana di parlamentari e giornalisti della situazione nella Striscia, a Deir al-Balahále Forze israeliane bombardavano un convoglio umanitario: almeno 8 i morti tra i palestinesi, secondo il servizio di emergenza di Gaza citato dalla testata Haaretz.
Alla Dire Ottens-Patterson aggiunge: “Non si fanno classifiche tra le tragedie”, tuttavia “la situazione è grave perché non riusciamo a definire le priorità né la situazione medica, dal momento che non abbiamo accesso al territorio, salvo i distretti di Rafah e Khan Younis, dove la situazione è inimmaginabile. Non osiamo pensare a cosa stia accadendo più a nord”.
Al momento, continua Ottens-Patterson, “stiamo curando i sintomi, non le cause delle malattie. Sappiamo che chi non muore sotto le bombe, muore per ferite infette, diarrea, patologie respiratorie, malattie non curate – croniche o trasmissibili – mancanza di acqua”.
I continui attacchi armati, chiediamo, stanno avendo un impatto sulla salute anche in termini di intossicazioni e inquinamento dell’aria, acqua e terreni? “Non lo sappiamo” risponde la capomissione di Msf, “non abbiamo modo di verificarlo, ma è plausibile che ci sia e andrà approfondito”. Quindi l’appello: “Per garantire l’assistenza della popolazione è indispensabile il cessate il fuoco immediato, garantendo l’accesso delle organizzazioni umanitarie”.
La delegazione è stata organizzata su iniziativa dell’Associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), Arci e Assopace Palestina col sostegno dell’integruppo parlamentare per la pace in Medio oriente. (Dire) 18:09 03-03-24