Ministro a Rete4: è donna determinata a prenderne il posto
(DIRE) Roma, 22 feb. – Sulla morte dell’oppositore russo Alexsei Navalny “bisognerà accertare i fatti e vedere cosa diranno i medici e i giudici. Ma che sia stato un killer o sia morto di stenti, si tratta sempre di un omicidio politico. Navalny è stato ucciso dal regime. Non si può tenere un oppositore in un carcere che assomiglia ai gulag dell’Unione Sovietica”. Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, intervistato da Paolo Del Debbio a ‘Dritto e rovescio’, in onda in prima serata su Retequattro.
Tajani continua: “Ho parlato a lungo con la moglie Yulia Navalnaya, una donna provata dalla sofferenza ma determinata a prendere il suo posto. Dice che in Russia c’è un regime sempre più illiberale e quindi chiede che l’Europa faccia sentire la sua forza con delle sanzioni economiche, le uniche che potranno mettere in difficoltà Putin e il suo entourage.
Sottolinea anche il fatto che Putin non è la Russia e la Russia non è Putin. Sono d’accordo”. Il ministro prosegue: “il presidente russo ha subito un’involuzione. Ricordo bene i tempi in cui strinse la mano a Bush grazie all’impegno di Silvio Berlusconi. Sembrava che volesse riavvicinarsi alla Nato e all’Occidente. Oggi è contro l’Occidente”.
Quanto alla convocazione di ieri dell’ambasciatore russo in Farnesina, Alexey Paramonov, Tajani riferisce: “ha detto che sono fatti interni da accertare. Risposte che ci aspettavamo. Noi abbiamo voluto dare un segnale politico chiaro: difendere la democrazia e la libertà di espressione. Non si può mettere il bavaglio a chi nono la pensa come noi”. (Alf/Dire) 19:16 22-02-24