(DIRE) Roma, 21 Feb. – In Sudan oggi 18 milioni di persone soffrono di livelli acuti di fame, secondo una stima del mese scorso, e 3,8 milioni sono bambini sotto i cinque anni malnutriti. Questa la fotografia resa da Michael Dunford, direttore regionale del World Food Programme per l’Africa orientale, da poco rientrato dalla città di confine sud-sudanese di Renk, dove è arrivato circa mezzo milione di persone in fuga dalla guerra. In un punto stampa a Bruxelles il responsabile ha fornito informazioni sulla situazione umanitaria nel Paese: “Ho visto un Paese sull’orlo del collasso; siamo estremamente preoccupati di cosa accade e potrà ancora accadere: la maggior parte del Paese non ha accesso al cibo”.
Dieci mesi fa si è riaccesa la guerra civile animata da esercito e paramilitari delle forze di supporto rapido, e questo ha causato la distruzione di gran parte delle infrastrutture, del settore industriale, di agricoltura e allevamenti, costringendo le persone a lasciare le proprie case: “Sappiamo che gli sfollati sono 10 milioni e che continuano ad aumentare. Molti attraversano le frontiere verso Sud Sudan, Egitto o Ciad”. Purtroppo, avverte Dunford, le organizzazioni umanitarie “non riescono a raggiungere le persone”, né i residenti, né gli sfollati interni, né i rifugiati. La combinazione di fame, sfollamenti e malattie “sta facendo impennare la malnutrizione infantile”.
“È essenziale porre fine al conflitto” l’appello del direttore. “Altrimenti non saremo in grado di intervenire: abbiamo bisogno di accesso al Paese”. Secondo Dunford, “serve una soluzione politica al conflitto e l’incremento delle donazioni internazionali, data la complessità degli interventi da portare a termine sia in Sudan che nei Paesi vicini”. Il direttore conclude: “Senza sostegno non vediamo come il Sudan, come Paese, potrà riprendersi”. (Alf/Dire) 14:13 21-02-24