Gaza, Israele sotto accusa per genocidio alla Corte dell’AIA

(DIRE) Roma, 11 Gen. – Le operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza sono “tese a causare la distruzione di una parte significativa della comunità etnica e nazionale palestinese”: questa l’accusa mossa dal Sudafrica, da oggi al centro all’Aia di un procedimento presso la Corte internazionale di giustizia.

Il testo è contenuto in documenti con i quali il governo di Pretoria chiede come “misure preventive” lo stop dei raid e dei bombardamenti ordinati dopo gli assalti dei commando armati di Hamas del 7 ottobre. Alla Corte, un organismo delle Nazioni Unite del quale sono membri sia il Sudafrica sia Israele, è chiesto di pronunciarsi però anche su un’accusa di genocidio da parte di Tel Aviv.

Secondo il governo di Pretoria, “Israele sta uccidendo palestinesi a Gaza causando gravi danni fisici e mentali e infliggendo loro condizioni di vita pensate per determinarne la distruzione fisica”. Attraverso il presidente Isaac Herzog, Tel Aviv ha respinto le accuse, definendole “atroci e pretestuose”.

Le sentenze della Corte Onu sono legalmente vincolanti per gli Stati che ne riconoscono le giurisdizione ma non possono essere attuate in modo forzoso. Nel 2022 il tribunale aveva intimato alla Russia di sospendere immediatamente le sue operazioni militari in Ucraina ma la sua sentenza era stata ignorata. Dalla fine del regime di apartheid nel 1994, a Pretoria è al governo il partito African National Congress (Anc), che ha una lunga storia di solidarietà con la causa palestinese.

Dopo gli assalti di Hamas nel sud di Israele, nei quali sono state uccise circa 1.200 persone, Tel Aviv ha lanciato un’offensiva su Gaza via aerea, mare e terra. Secondo il ministero della Sanità della regione, già piegata da anni di embargo e restrizioni imposte da Israele, nei raid sono state uccise più di 23mila palestinesi.

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano

Il Quotidiano d’Approfondimento on line Il Metropolitano.it nato nell’Ottobre del 2010 a Reggio Calabria, città in cui ha la propria sede, dal progetto di un gruppo di amici che vogliono creare una nuova realtà di informazione