(DIRE) Roma, 29 Nov. – “Non è l’unica realtà italiana che vive una condizione di difficoltà. Quello che tentiamo di fare a Caivano, assumendoci la responsabilità di prendere applausi e fischi, è dimostrare che si possono combattere le zone franche dove lo Stato ha fatto la cosa più facile, voltarsi dall’altra parte, indietreggiare. Noi non ci facciamo intimidire, lo Stato non può farsi intimidire”.
Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata da Bruno Vespa a ‘Porta a porta’ E spiega: “Quello che devo dimostrare a me stessa e all’Italia è che se noi concentriamo per anni le nostre energie, le risorse e lavoriamo a 360 gradi a tutti i livelli, prevenzione, repressione, ricostruzione, i territori che sono stati abbandonati per decenni, lasciati di fatto al controllo di altri poteri possono diventare dei modelli, perché se si riesce a fare in un posto vuol dire che si può fare in tutti gli altri”.
Per questo, a Caivano “abbiamo cominciato a fare un lavoro certosino, abbiamo potenziamento il tribunale, che aveva 16 mila processi inevasi, e gli uffici giudiziari, portato circa 80 nuovi uomini e donne delle forze dell’ordine, portato gli assistenti sociali, potenziato le scuole, commissariato il Comune, che è stato sciolto per mafia. Abbiamo mandato 20 funzionari della Pa e vogliamo ricostruire il centro sportivo che riaprirà nella prossima primavera. E la soddisfazione più bella, è stata vedere le immagini di una madre che può portare suo figlio al parco”. Insomma, chiude sul punto Meloni, a Caivano “lo Stato c’è”. (Red/ Dire) 20:39 29-11-23