Velivoli militari in pattugliamento intensivo nel Canale d’Otranto e nel Mediterraneo sud orientale
Un aereo militare statunitense si è schiantato nel Mediterraneo orientale dopo aver subito un incidente durante un’esercitazione venerdì sera. Lo ha dichiarato sabato in una nota il Comando europeo degli Stati Uniti. Tuttavia, si può affermare con certezza che l’aereo era in missione di addestramento e non c’erano prove di attività nemica. Il comando ha rifiutato di dire che tipo di aereo è stato coinvolto nell’incidente e quante persone erano a bordo. “Per rispetto delle famiglie colpite, al momento non rilasceremo ulteriori informazioni sul personale coinvolto”, ha affermato il comando. Il comando europeo non ha fornito ulteriori dettagli su dove nella regione l’aereo è precipitato, se su terra o acqua. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno emesso un avviso di volo sabato mattina segnalando una “operazione di ricerca e salvataggio in corso” nel tratto di mare tra Cipro e il Libano. I Planespotters sui social media hanno segnalato diversi aerei di sorveglianza marittima P-8 Poseidon della Marina che pattugliavano le acque a sud di Cipro sabato, così come un aereo da trasporto C-17 Globemaster III dell’aeronautica militare, utilizzato nelle evacuazioni aeromediche, in partenza dall’area. Non è chiaro se l’aereo fosse in addestramento nell’ambito di operazioni di routine in Europa o se si trovasse sul Mar Mediterraneo come parte di una forza deterrente arrivata nella regione nelle ultime settimane. Il Pentagono ha inviato migliaia di truppe americane in Medio Oriente mentre è in corso la guerra tra Israele, alleato degli Stati Uniti, e il gruppo militante palestinese Hamas, che controlla la vicina Striscia di Gaza. Tra queste forze, ci sono due gruppi d’attacco di portaerei della Marina di stanza nel Mediterraneo orientale, utilizzate come deterrente, tra cui le portaerei “USS Dwight D. Eisenhower” e “USS Gerald R. Ford”, aerei di sorveglianza statunitensi che raccolgono informazioni al largo delle coste israeliane e altri sparsi nella regione. L’omissione di dettagli ha portato a speculazioni diffuse e a una caccia di informazioni. Sebbene le cause siano ancora oggetto di indagine, l’enfasi sull’assenza di attività ostili ha portato a interrogarsi su possibili incidenti tecnici o operativi che potrebbero aver contribuito allo schianto.
L’incidente è avvenuto in una regione che vedeva un aumento dell’attività militare, con gli Stati Uniti che schieravano ulteriori squadroni e portaerei nel Mediterraneo orientale. Non è chiaro se l’aereo precipitato facesse parte di questi movimenti o conducesse operazioni di routine, il che aggrava la complessità della situazione. La tempistica dell’incidente, in mezzo alle crescenti tensioni e all’attività militare in Medio Oriente, alimenta speculazioni su potenziali collegamenti con i conflitti in corso e preoccupazioni sulla sicurezza. L’incidente ha anche innescato discussioni sulle implicazioni geopolitiche più ampie di una maggiore presenza militare statunitense nella regione. Mentre le indagini proseguono, le famiglie delle persone coinvolte affrontano un’angosciosa attesa di informazioni. Questo incidente sottolinea i rischi e le sfide affrontate dal personale militare durante l’addestramento e gli schieramenti operativi, e la necessità di una comunicazione trasparente per mantenere la fiducia del pubblico e garantire la responsabilità. L’obiettivo rimane quello di scoprire la verità dietro l’incidente, comprenderne le implicazioni e, soprattutto, fornire sostegno alle famiglie e ai cari delle persone coinvolte. Le conseguenze di tali incidenti sottolineano la necessità di un approccio compassionevole e trasparente per affrontare il bilancio umano di questi tragici eventi. Tuttavia per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, venti di Guerra soffierebbero anche sui nostri cieli, con il possibile intensificarsi dei pattugliamenti sul Canale d’Otranto e il Mediterraneo sud orientale, in particolare, sullo spazio aereo di Cipro, esprimendo ancora una volta preoccupazione per il possibile coinvolgimento, dopo quello dei mari, anche dei nostri cieli per una guerra, quale il conflitto Israele, alleato degli Stati Uniti, e il gruppo militante palestinese Hamas che conferma di essere più vicina di quanto percepiamo.
Comunicato Stampa “Sportello dei Diritti”