(DIRE) Roma, 6 Nov. – Un ministero del mare nel paese leader per turismo e delle infrastrutture marittime. Serve all’Italia un vero ministero del mare, perché al momento non c’è. Ed il ministro Musumeci garantisce: “Da qui a 5 anni arriverà”. La portualità è un settore vivo e sempre più promettente: dopo il Covid ha tenuto bene ed il sistema italiano è efficiente. Eppure manca una vera strategia delle politiche del mare, come se non ci fosse e andasse trovata “un’anima” del comparto.
Questo è il tema al centro del libro di Luigi Merlo presentato oggi a Roma alla presenza del ministro della Protezione civile e delle politiche del mare Nello Musumeci, del senatore Graziano Delrio e dei rappresentanti apicali del settore marittimo e portuale. “Ho scritto e riscritto questo libro mille volte- ha spiegato Luigi Merlo, presidente di Federlogistica – doveva uscire per le passate elezioni politiche ma ho tardato e poi il ministro del mare è stato nominato.
Lo dico chiaramente nel libro: vorrei che questa esperienza di governo rappresentasse il germe per un ministero del mare vero e proprio che possa permanere e crescere. La comunità del settore marittimo non è abituata a ragionare in termini unitari ed è difficile la sintesi”. “C’è da lavorare molto sulla sinergia.
Esistono due criticità principali- ha aggiunto Merlo- per cui è necessaria una politica adeguata marittima: il cambiamento climatico con i pericoli che vengono dal mare e la concorrenza cinese sul settore portuale e crocieristico.
La notizia che è stata costruita la prima nave da crociera interamente in Cina non può lasciarci inerti, non possiamo perdere questa specificità, servono azioni incisive sulla sicurezza del mare e azioni per tutelare l’economia di settore.
Mi sarò fatto qualche nemico con questo libro perché dico la verità e non faccio sconti sulle criticità che esistono: se ci deve essere una riforma sia straordinaria, spesso le intuizioni hanno bisogno di tempo per attuarsi, le buone idee non hanno paternità”, dice Luigi Merlo . “Luigi Merlo ha scritto questo libro per provocare un sacrosanto dibattito nel paese: ottomila km di coste meritano una discussione approfondita, parliamo molto di strade e poco di porti.
Uno dei grandi difetti in Italia è non saper guardare lungo periodo: abbiamo un capitale umano straordinario, i giovani devono essere invogliati a lavorare sul mare. Non so se abbiamo bisogno di un ministero del mare ma capisco perché Luigi chieda di avviare questa discussione: il vero fine è fare di questa straordinaria risorsa un patrimonio culturale e identitaria del Paese”, ha affermato Graziano Delrio.
“Se sono qui è perché la buona politica deve ascoltare, accettare le critiche e replicare. Debbo dire che questo libro è sia una provocazione, anche se tardiva, che uno stimolo. Trovo sbagliato il titolo: non c’è da rivoluzionare la politica marittima perché non c’è stata mai stata una politica marittima.
L’Italia non è un paese marittimo ma deve diventarlo: abbiamo tutto ciò che serve, la credibilità, la geografia, l’orgoglio e la storia. Al momento c’è il ministro ma non il ministero del mare, e non è una questione di lana caprina. Bisogna arrivare ad avere le due cose del titolo del libro:una politica marittima e un ministero. Il mare non è solo reddito ma sicurezza, non c’è economia senza sicurezza.
Questo governo ha fatto un primo e generoso tentativo per ripristinare il ministero del mare e viene da chiedersi come mai in trenta anni dalla soppressione del ministero della Marina mercantile non si sia fatto prima. L’obiettivo del governo è trasformare in cinque anni questa struttura di missione in un vero ministero”, ha detto il ministro Nello Musumeci. (Com/Red/ Dire) 20:12 06-11-23