Federconsumatori risponde alla Presidente della 3° Commissione Consiliare: la lotta al gioco d’azzardo richiede coerenze

A seguito della presentazione dello studio di Federconsumatori Calabria sul gioco d’azzardo, la Presidente della Terza Commissione consiliare Pasqualina Straface ha inteso richiamare le azioni poste in essere dalla Regione per contrastare il fenomeno della ludopatia.

Abbiamo consapevolezza che il contrasto al gioco d’azzardo e alla ludopatia, è una sfida complessa che richiede il protagonismo e la coerenza dell’agire di ogni soggetto in campo e ad ogni livello. Troppi i condizionamenti economici, sociali, culturali ed ambientali che muovono nel business del gioco.

Se in Italia il gioco d’azzardo nel 2022 aumenta del 22% sul 2021 e per il 2023 si prevede un ulteriore aumento del 10% per come già proiettano i primi dati dell’anno corrente, significa che gli anti corpo messi in campo, di fronte all’attrattività del gioco, sono insufficienti ed occorre alzare il tiro sull’unica sana scommessa: quella contro il gioco d’azzardo, fisico e online.

Se in Calabria la media delle giocate online supera di 522 euro la media nazionale e addirittura la media delle regioni del Sud, è evidente quanto nella nostra regione agiscano fattori sociali e condizionamenti criminali contro cui attrezzarsi per prevenire, contrastare e vigilare sul fenomeno con ogni strumento e risorsa disponibile.

Stante l’elenco delle attività poste in essere dalla Regione ricordate dalla Presidente Straface e stante i numeri presentati dalla Federconsumatori, sorge però un legittimo interrogativo: le azioni messe in campo in Calabria, che comunque rientrano nelle attività derivanti dal trasferimento di risorse dedicate, sono ritenute sufficienti per limitare la portata della raccolta del gioco ed i suoi effetti?

E’ su questo vorremmo misurarsi. Le attività nelle scuole, con gli operatori sanitari o con le forze dell’ordine sono lodevoli ma si configurano nelle prerogative delle funzioni ordinarie istituzionali di ciascuno soggetto preposto.

Fermo restando che è da apprezzare ogni azione messa in campo e ad ogni livello, non si tratta qui di fare pagelle o alzare steccati ma di comprendere quanto queste azioni si stiano rivelando sufficienti e quanto occorra, evidentemente, potenziare per renderle ancora più efficaci e cogenti rispetto alla dimensione del fenomeno.

Ricordiamo a noi stessi, che la cura della ludopatia rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza ed in quanto tale rientra fra le prestazioni che il servizio sanitario deve garantire attraverso i SerD territoriali per la presa in carico delle dipendenze. Tuttavia, nonostante la resistenza delle realtà sanitarie più di trincea, sappiamo che gli indicatori nazionali collocano la Calabria sotto soglia nella garanzia dei LEA, compresi quelli della medicina territoriale in cui ricadono le dipendenze tutte, inclusa la ludopatia.

Ebbene, sarebbe utile conoscere ad esempio, quanto ed in quale aree i SerD risentano oggi delle maggiori criticità che investe la sanità regionale e come ci si attrezza di strumenti e personale per superarle e garantire al meglio l’accoglienza, la valutazione multidisciplinare, le consulenze specialistiche, la collaborazione delle istituzioni scolastiche, i piani terapeutici e riabilitativi nelle comunità, l’integrazione con i servizi sociali.

Relativamente alla programmazione dei Piani annuali (GAL) sulla ludopatia, ci risulta che hanno dovuto agire le sollecitazioni della rappresentanza delle comunità per impedire il mancato utilizzo di preziose risorse risalenti alle annualità 2017, 2018 e 2019. Ben venga dunque il recupero dei ritardi nella programmazione.

C’è un’ultima questione che s’intende portare all’attenzione: è l’interpretazione autentica dello spirito della L.R. 9/2018. Gli atti consiliari regionali, ci ricordano che la stessa Presidente Straface, lo scorso anno, sia stata fra i firmatari della proposta di modifica (PL 107/2022) dell’art. 16 della L.R. 9/2018 che disciplina il gioco d’azzardo nelle parti riguardanti le fasce orarie e le distanze entro cui consentito l’esercizio di attività gioco.

Ebbene, nonostante le audizioni, le conferenze stampa, gli appelli della rete regionale Mettiamoci in gioco di cui fa parte anche Federconsumatori, le parole di richiamo di Monsignor Francesco Savino e di tanti altri soggetti che operano nel sociale, quella proposta di legge è passata in Consiglio (LR 53/2022) e nei suoi scarni articoli ha liberalizzato i nuovi orari di apertura degli esercizi di gioco aperti al pubblico portando la chiusura nelle nuove fasce orarie: dalle 12.30 alle 14.30  e dalle 24.00 alle 9.00  (il precedente vincolo era non oltre 8 ore di apertura giornaliera, chiusura entro le 22.00, accensione non oltre le 20.00 degli apparecchi installati presso le rivendite di generi di monopolio e la facoltà di diversi vincoli su base comunale).

Di fatto, si sono allentate le fasce orarie di gioco portando a 15 ore il tempo di apertura giornaliera e ponendo il vincolo delle distanze con i luoghi vulnerabili per i soli esercizi nati dopo il 3 maggio 2018.

Ciò premesso, quando Federconsumatori afferma che sulla legge non intravede oggi l’adeguata attenzione è per richiamare alla coerenza l’agire regionale: non si può spendersi nel fare prevenzione e formazione contro la ludopatia e poi allentare le maglie verso chi “vende” quel gioco che grava poi sul SSR, sulle famiglie e le comunità.

Dunque, se genuina come immaginiamo, la volontà di contrare il gioco d’azzardo, si mettano paletti regionali alla diffusione del gioco e si sostenga in Parlamento lo sforzo di giungere all’approvazione di una legge quadro che disciplini l’intero settore alla luce dei profondi mutamenti intervenuti nelle dinamiche e nella filiera del gioco.

Mimma Iannello

Presidente Federconsumatori Calabria APS

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