Attivisti israeliani: assassinii civili non ne giustificano altri
(DIRE) Roma, 24 Ott. – “L’assassinio di civili non giustifica l’assassinio di altri civili; l’unica via oggi è l’intervento della comunità internazionale per un cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi”. A parlare con l’agenzia Dire è Dror Sadot, portavoce di B’Tselem, “A sua immagine” in ebraico. L’intervista si tiene al telefono da Tel Aviv, dove l’organizzazione israeliana impegnata nella difesa dei diritti umani ha una delle sue sedi.
Nata nel 1989 a partire dall’iniziativa di avvocati, medici e accademici con il supporto di alcuni deputati della Knesset, da allora B’Tselem documenta violazioni e abusi commessi nei Territori palestinesi, in particolare a Gerusalemme est e nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza. “Stiamo continuando a raccogliere informazioni anche dopo il 7 Ottobre” sottolinea Sadot, facendo riferimento al giorno dei raid e degli assalti dei commando di Hamas, che hanno portato alla cattura di oltre 200 ostaggi nel sud di Israele. Poi c’è stata la reazione di Tel Aviv, con una campagna di bombardamenti su Gaza in corso ormai da oltre due settimane.
“Nella Striscia abbiamo tre collaboratori” riferisce la responsabile di B’Tselem. “Stanno bene ma due di loro hanno perso molti membri delle loro famiglie, che sono stati uccisi nei raid”. Sadot continua: “Tutti e tre hanno dovuto lasciare il nord della Striscia; quando riescono ad avere accesso alle comunicazioni telefoniche o a internet ci dicono di persone in fuga costrette a vivere in tende improvvisate, senza più nulla”. Ma davvero i raid non sarebbero giustificati, dopo che nei blitz di Hamas partiti da Gaza sono state uccise più di 1.400 persone, con donne, bambini, civili? “Non c’è nessuna giustificazione per la violenza” risponde Sadot.
“L’assassinio di civili non giustifica l’assassinio di altri civili; siamo tutti umani allo stesso modo e non si può giustificare l’uccisione di un altro essere umano per vendetta”. Secondo la responsabile di B’Tselem, non regge neanche la tesi che colpire Gaza sia autodifesa. “Bombardare e uccidere migliaia di civili non porterà ad alcuna soluzione” denuncia Sadot.
“Israele oggi sembra scegliere di non negoziare e di non cercare una via diplomatica: parallelamente, si rende responsabile di crimini di guerra”. Un’ultima domanda riguarda la vita a Tel Aviv dopo il 7 ottobre. “Non posso rispondere come rappresentante di B’Tselem” premette Sadot. “A livello personale vedo che c’è tanto dolore e tanta paura; c’è chi vuole vendetta, chi vuole una tregua e chi ancora vuole solo che i propri connazionali e i propri cari tornino a casa sani e salvi”. (Dire) 13:52 24-10-23