Gaza, Israele: 230 raid in 24 ore e monito a lasciare il Nord

Volantini da cielo, mentre da Valico Rafah terzo convoglio aiuti

(DIRE) Roma, 23 Ott. – “Tutti coloro che hanno scelto di non lasciare il nord della Striscia per dirigersi a sud saranno ritenuti membri di un’organizzazione terrorista”. Così si legge in arabo su volantini che giornalisti palestinesi nella Striscia di Gaza hanno fotografato e poi condiviso sui social network, riferendo che si tratta di messaggi che l’aviazione israeliana ha lanciato per spingere nuovamente la popolazione a lasciare le zone a nord, compresa Gaza City, per dirigersi a sud oltre il fiume Wadi Gaza, in preparazione di una possibile invasione di terra. L’ultimatum è stato lasciato per la prima volta Venerdì 13 Ottobre, ma come hanno riferito vari operatori umanitari e medici locali non tutti possono lasciare il nord della Striscia, a partire da feriti, persone con disabilità, donne incinte, famiglie con bambini piccoli o sprovviste di mezzi di trasporto.

Lo stesso messaggio, confermano fonti locali, è stato inviato anche tramite sms ai residenti dell’enclave. Continuano intanto i bombardamenti: stamani l’esercito israeliano conferma che nelle ultime 24 ore ha compiuto 320 raid nella Striscia, sostenendo di aver colpito obiettivi legati ad Hamas. Il ministero della Salute di Gaza ha aggiornato il bilancio dei morti a 4.651, di cui 400 solo nella giornata di ieri e sessanta nella notte, mentre i feriti ammontano a circa 13.500. La stampa internazionale riferisce che tra i luoghi colpiti ci sono il campo profughi di Jabalia, che, secondo l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ospita dal 1948 oltre 116mila persone in un’area ampia poco più di un chilometro quadrato, nonché l’area circostante dell’ospedale Al-Shifa.

Ieri intanto, per la terza volta in tre giorni, un convoglio di aiuti umanitari è entrato nella Striscia tramite il valico di Rafah, che separa l’enclave palestinese dall’Egitto. Tra sabato e domenica scorsi, in totale 34 camion hanno oltrepassato il valico, ma secondo le Nazioni Unite ne servono almeno cento al giorno per rispondere ai bisogni umanitari dei 2,2 milioni di abitanti, che dall’8 Ottobre subiscono un blocco totale all’ingresso di cibo e medicinali imposto da Israele in risposta all’attacco di Hamas del giorno precedente, a cui si sono aggiunti il taglio alle forniture di energia elettrica, carburante e acqua potabile. Bombardate anche molte infrastrutture per le comunicazioni e internet. (Red/Dire) 12:47 23-10-23

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