Questo rapporto dell’Osservatorio Europol esamina l’impatto dell’informatica quantistica e delle tecnologie quantistiche sulle forze dell’ordine e cosa dovrebbe essere fatto per prepararsi
L’informatica quantistica e le tecnologie quantistiche stanno bussando alla porta delle forze dell’ordine con nuove opportunità, così come nuove minacce, che le autorità devono anticipare. Europol ha pubblicato oggi il primo rapporto nel suo genere, “La seconda rivoluzione quantistica: l’impatto dell’informatica quantistica e delle tecnologie quantistiche sulle forze dell’ordine” . Il rapporto fornisce una valutazione lungimirante dell’impatto dell’informatica quantistica e delle tecnologie quantistiche sulle forze dell’ordine. Delinea inoltre le potenziali applicazioni di queste nuove tecnologie. Il rapporto è il risultato di uno sforzo congiunto tra il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea, il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol e l’Innovation Lab di Europol.
Il direttore esecutivo di Europol Catherine De Bolle ha dichiarato:
L’informatica quantistica e le tecnologie quantistiche hanno un potenziale significativo per avere un forte impatto sull’applicazione della legge. Dall’analisi di set di dati ampi e complessi, al miglioramento delle capacità forensi e alle nuove modalità di comunicazione sicura, il futuro promette significative opportunità per rafforzare la lotta contro la criminalità. Tuttavia, anche gli autori malintenzionati potrebbero tentare di trarre profitto da tali progressi e dobbiamo prepararci di conseguenza. Questo nuovo rapporto offre preziosi spunti per aiutare le forze dell’ordine a entrare nella seconda rivoluzione quantistica e iniziare a prepararsi per il futuro.
Opportunità e minacce nell’era post-quantistica
Questo rapporto fornisce una valutazione lungimirante di come l’informatica quantistica e le tecnologie quantistiche potrebbero avere un impatto sulle attività delle forze dell’ordine in tutto il mondo. Queste tecnologie emergenti hanno il potenziale di avere un impatto su una gamma notevolmente ampia di applicazioni utilizzate dalle forze dell’ordine, ma potrebbero essere sfruttate dai criminali.
Una preoccupazione particolarmente urgente è l’impatto dell’informatica quantistica sulla crittografia. Se da un lato l’informatica quantistica potrebbe offrire vantaggi alle forze dell’ordine nelle indagini sui casi irrisolti e nel migliorare l’ipotesi delle password, dall’altro minaccia anche di infrangere la crittografia che utilizziamo oggi per mantenere al sicuro le informazioni sensibili.
Secondo il concetto noto come “archivia ora, decrittografa in seguito”, gli autori criminali potrebbero già accumulare informazioni crittografate, come database rubati, file protetti o dati di comunicazione; e trattenerli in vista di una successiva decrittazione per scopi nefasti.
Per contrastare ciò, la transizione alla crittografia post-quantistica è vitale. È fondamentale che le forze dell’ordine e le organizzazioni basate sui dati controllino e proteggano i propri sistemi da una minaccia che non è solo una preoccupazione futura lontana, ma un problema imminente che richiede attenzione e azione immediate oggi.
Inoltre, il rapporto evidenzia come le tecnologie quantistiche potrebbero migliorare l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale, la creazione di canali di comunicazione altamente sicuri, nonché migliorare le capacità forensi.
Cinque raccomandazioni chiave per le forze dell’ordine:
- Osservare le tendenze quantistiche: monitorare gli sviluppi rilevanti per rilevare le minacce emergenti;
- Accumulare conoscenze e iniziare a sperimentare per beneficiare di questi sviluppi in futuro;
- Promuovere progetti di ricerca e sviluppo collaborando strettamente con la comunità scientifica per costruire una rete di competenze;
- Valutare l’impatto delle tecnologie quantistiche sui diritti fondamentali per garantire che le forze dell’ordine utilizzino queste nuove tecnologie tutelando al tempo stesso i diritti fondamentali;
- Rivedi i piani di transizione della tua organizzazione per garantire che i sistemi critici siano protetti nell’era post-quantistica.
Informazioni sul Centro europeo per la criminalità informatica di Europol
Europol ha istituito nel 2013 il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) per rafforzare la risposta delle forze dell’ordine alla criminalità informatica nell’UE e quindi contribuire a proteggere i cittadini, le imprese e i governi europei dalla criminalità online. Il centro si concentra sulla criminalità informatica commessa da gruppi della criminalità organizzata, che generano ingenti profitti (frode online), danneggiano gravemente le vittime (sfruttamento sessuale minorile online) o hanno un impatto sulle infrastrutture critiche e sui sistemi informativi nell’UE, compresi gli attacchi informatici. Sin dalla sua istituzione, l’EC3 di Europol ha dato un contributo significativo alla lotta contro la criminalità informatica: è stato coinvolto in centinaia di operazioni di alto profilo e centinaia di interventi di supporto operativo in loco che hanno portato a centinaia di arresti.
Informazioni sull’Innovation Lab di Europol
L’Innovation Lab mira a identificare, promuovere e sviluppare soluzioni innovative e concrete a sostegno del lavoro operativo degli Stati membri dell’UE. Ciò aiuta ricercatori e analisti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per evitare la duplicazione del lavoro, creare sinergie e mettere in comune le risorse. Le attività del laboratorio sono direttamente collegate alle priorità strategiche stabilite nella strategia Europol 2020+, in cui si afferma che Europol sarà in prima linea nell’innovazione e nella ricerca in materia di applicazione della legge. Il lavoro dell’Europol Innovation Lab è organizzato attorno a quattro pilastri: gestione di progetti per soddisfare le esigenze operative delle forze dell’ordine dell’UE; monitorare gli sviluppi tecnologici rilevanti per l’applicazione della legge; mantenere reti di esperti; essendo il segretariato dell’Innovation Hub per la sicurezza interna dell’UE.
Informazioni sul Centro comune di ricerca (JRC)
Il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea svolge un ruolo chiave in diverse fasi del ciclo politico dell’UE fornendo scienza e conoscenza indipendenti e basate su dati concreti, sostenendo le politiche dell’UE per avere un impatto positivo sulla società. Il JRC lavora a stretto contatto con altri dipartimenti della Commissione, istituzioni e agenzie dell’UE, nonché con partner scientifici e organizzazioni politiche in Europa e a livello internazionale, offrendo competenze e competenze scientifiche in un’ampia gamma di discipline scientifiche.
comunicato stampa Europol