Scuola. Nel 2022 abbandona l’11,5% dei ragazzi, ecco forme contrasto

(DIRE) Roma, 13 Ott. – Insegnare agli studenti i giusti atteggiamenti, oltre alle conoscenze, e lavorare per far immaginare ai ragazzi il loro futuro. E poi: orientamento dei giovani e sensibilizzazione delle famiglie, insieme ovviamente al recupero delle competenze di base. Queste alcune delle possibili misure da mettere in campo per contrastare l’abbandono scolastico emerse questa mattina nel corso dell’evento ‘Sfidiamo l’abbandono scolastico’ che si è tenuto nello spazio Esperienza Europa – David Sassoli di Roma.

A parlarne, nel corso di una tavola rotonda moderata dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone, sono stati Daniela Magotti, presidente dell’associazione Ets Kirner, Ermelinda De Carlo dell’Università degli studi di Perugia, Brando Benifei e Daniela Rondinelli, entrambi europarlamentari, e Marco Parroncini, vicepresidente del Ppe. Molte delle misure indicate sono contenute del modello integrato ‘Attitude based learning’ (Abl) presentato da De Carlo che ha mostrato anche i numeri che fotografano l’abbandono scolastico.

In particolare nel 2022 l’11,5% degli studenti italiani sopra i 18 anni ha abbondato precocemente la scuola, in calo rispetto al 17,3% del 2012 ma sopra la media europea del 9,6%. Tra le cause principali di abbandono prevale la condizione di disagio sociale della famiglia, tra cui gli scarsi livelli di istruzione familiare, le condizioni economiche o i diversi tipi di contrasti. Ma pesano anche i bassi livelli di auto stima.

Il modello Abl presentato oggi mira ad intervenire partendo dai giovani tra i 12 e i 13 anni e prevede un mix di misure che puntano alla complementarità tra atteggiamenti e competenze. Prevede, inoltre, una serie di certificazioni a step e chiede una maggiore formazione dei docenti.

“Contro l’abbandono scolastico- ha commentato infine anche l’ex parlamentare europea Silva Costa- bisogna iniziare ad intervenire molto presto, partire alle superiori è già tardi. Servono poi borse di studio tra le medie e le superiori perché spesso molti ragazzi non riescono a scegliere le scuole che vorrebbero. Infine c’è il tema dell’orientamento dai 13 anni in su e quello della formazione dei docenti”. (Red/Dire) 12:40 13-10-23

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