Orrore negli Emirati Arabi. Centinaia di gatti abbandonati a morire di fame e sete nel deserto

La lettera denuncia di OIPA International allo sceicco

Gli animali, sia i vivi che i morti, erano microchippati e sterilizzati, alcuni con i punti di sutura dell’intervento di sterilizzazione

È orrore ad Abu Dhabi. Sono circa 200 i gatti, oltre ad alcuni cani, abbandonati nel deserto di Abu Dhabi nella zona di Al Fahal, a pochi chilometri dall’Abu Dhabi Falcon Hospital, struttura governativa che si occupa anche di programmi di sterilizzazione dei randagi. Lo ha scoperto e denunciato l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che ha appena inviato un’istanza urgente allo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti e governatore di Abu Dhabi. Il numero delle vittime non è definitivo.

La denuncia è arrivata a Oipa International da attivisti locali, che fanno capo all’associazione, testimoni di questo terribile atto di crudeltà che ha condannato a morte tra atroci sofferenze animali innocenti, alcuni dei quali ancora rinchiusi in trasportini di metallo, tutti scaricati a morire sotto il sole cocente, senza acqua, né cibo né riparo.

Negli Emirati vengono attuati “programmi di sterilizzazione e rilascio” gestiti in ciascuna municipalità da aziende definite “di disinfestazione (Pest Control Companies), autorizzate e scelte dalla stessa municipalità, ditte che rastrellano randagi, ma anche cani e gatti di proprietà vaganti, per sterilizzarli e reimmetterli nel territorio. Ma questo protocollo, evidentemente, non è seguito da chi ha condannato alla sofferenza e alla morte centinaia di animali.

«Al momento 96 i gatti e un cane sono stati recuperati ancora vivi, ma in pessime condizioni», racconta Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali dell’Oipa. «Gli animali hanno dovuto sopportare una sofferenza prolungata e inaccettabile e, a rendere ancor più sconcertante e incomprensibile quanto successo, gli animali, sia i vivi che i morti, erano microchippati e sterilizzati, alcuni con i punti di sutura dell’intervento di sterilizzazione».

Quel che è successo non è un episodio isolato, ma che vi sono prove dell’esistenza di diversi dumping sites (“discariche”), alcuni attivi da almeno un paio d’anni, Ad Abu Dhabi e in altre parti degli Emirati Arabi, compresa Dubai, denuncia Oipa International.

Nella lettera allo sceicco, l’Oipa esprime apprezzamento per la condanna del gesto e l’apertura delle indagini da parte del Dipartimento dei Comuni e dei Trasporti di Abu Dhabi (Department of Municipalities and Transport), ma gli chiede soprattutto di assicurarsi che vengano prese tutte le misure necessarie affinché siano trovati e puniti i colpevoli.

«Abbiamo inoltre chiesto a Mohamed bin Zayed Al Nahyan di supervisionare e rivedere radicalmente la legislazione riguardante il benessere animale negli Emirati Arabi Uniti nell’ottica di una gestione etica del randagismo», aggiunge Valentina Bagnato. «In passato ci è stato più volte ribadito che due leggi riguardanti il benessere degli animali non sono state ancora promulgate, quindi non possono essere utilizzate dalla magistratura o dalle forze dell’ordine».

comunicato stampa

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