Al termine di una capillare ed articolata attività di indagine, la Squadra Mobile di Genova – coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova – ha tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, un architetto ed un imprenditore genovesi, ritenuti entrambi responsabili di detenzione a fini di spaccio di cocaina, l’architetto anche di favoreggiamento della prostituzione.
Nelle attività di mediazione per l’acquisto della cocaina, in diverse occasioni è emerso anche un terzo soggetto, di Rapallo, a sua volta destinatario della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Genova e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Gli indagati, frequentatori della movida genovese e delle due riviere, erano soliti concludere le serate organizzando degli after, a base di sesso e droga, presso le proprie ville, invitando giovani ragazze assuntrici di cocaina che contraccambiavano la gratuita disponibilità dello stupefacente concedendosi sessualmente ai partecipanti.
L’architetto, oltre a cedere cocaina alle ragazze, con lo scopo di disinibirle durante le sue feste, molte volte distribuiva dosi di stupefacente, definendole “bocce di vino”, anche ad altre persone di fiducia, in particolar modo ad un’amica, insegnante di liceo, alla quale, almeno in un’occasione, effettuava la consegna direttamente nel cortile della scuola, durante l’intervallo.
Ai “festini” intervenivano spesso uomini facoltosi. In particolare, l’architetto pianificava strumentalmente anche delle feste ad hoc, pagando delle ragazze, con la finalità di conseguire utili sinergie nel suo ambito lavorativo. In alcuni casi i partecipanti non sarebbero stati al corrente del fatto che le ragazze fossero state remunerate per far sì che la serata finisse “nel migliore dei modi”.
Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni degli arrestati, ville di lusso con piscina, hanno permesso di rinvenire modiche quantità di stupefacente. Giova evidenziare che il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati potrà considerarsi accertata in via definitiva solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.
comunicato stampa – fonte: https://questure.poliziadistato.it/it/Genova/articolo/8446523f8310e590185653264