Caucaso. A migliaia in fuga dal Nagorno-Karabakh verso l’Armenia

Erevan mentre Ue si impegna per colloqui: favoriremo arrivi

(DIRE) Roma, 25 Set. – L’offensiva dell’Azerbaigian nella regione del Nagorno-Karabakh ha generato un esodo di famiglie appartenenti alla comunità degli armeni verso la vicina Armenia.

Lo riferiscono fonti di stampa internazionali concordanti, tra cui il quotidiano britannico Guardian, che parla di almeno 3mila sfollati.

I trasferimenti sono iniziati ieri e sono continuati oggi. In totale, circa 2.900 persone hanno attraversato la frontiera, stando al bilancio riferito da fonti ufficiali di Erevan, che ha annunciato l’intenzione di coordinare l’esodo degli sfollati. E’ stato inoltre confermato che le operazioni si stanno svolgendo con la supervisione dei peacekeeper russi.

La Russia, con la Turchia, dopo l’ultimo conflitto di fine 2020 aveva dislocato funzionari per monitorare il rispetto del cessate il fuoco. La regione è ostaggio di una crisi cominciata quando l’Unione Sovietica si disgregò spingendo gli eserciti di Baku e Erevan a scontrarsi per la prima volta nel 1995. Il territorio è internazionalmente riconosciuto come azero, ma è governato dalla maggioranza armena, che si identifica nell’autoproclamata repubblica di Artsakh.
In queste ore le persone hanno raggiunto parenti e amici che non riabbracciavano da dieci mesi, ossia da quando era scattato il blocco alla principale strada che unisce la regione contesa all’Armenia da parte dell’Azerbaigian, il cosiddetto corridoio di Lacin, a dicembre scorso. Il blocco ha causato una grave carenza di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità soprattutto per la popolazione di Stepanakert, il capoluogo della regione, e le aree circostanti.
Intanto le diplomazie internazionali sono al lavoro per favorire la fine della crisi, che avrebbe già causato centinaia di morti, feriti e dispersi all’interno dell’enclave armena. Il Consiglio europeo, come ha fatto sapere l’ufficio del presidente Charles Michel, ospiterà i negoziati tra i rappresentanti dei governi di Armenia, Azerbaigian, Francia e Germania. Prenderà inoltre parte ai colloqui il rappresentante speciale dell’Ue per il Caucaso meridionale. In questi giorni sia Parigi che Berlino hanno espresso preoccupazione per la sorte della popolazione armena nell’enclave, alla luce dell’offensiva di Baku per annettere il Nagorno-Karabakh, che considera parte del territorio azero. Non sembra decollare invece l’analoga proposta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di mediare i colloqui ad Ankara, stando a quanto riporta la stampa russa.

Un segnale giunge anche da oltreoceano. A Erevan stamani è atterrata Samanha Power, a capo dell’Agenzia degli Stati Uniti per la cooperazione internazionale (Usaid), che in un tweet ha affermato: “In questo importante momento per il Paese e la regione, sono qui per ribadire il forte sostegno degli Stati Uniti e la sua partnership con l’Armenia e per discutere direttamente con coloro che hanno subito l’impatto diretto della crisi nel Nagorno-Karabakh”.
(Dire) 14:08 25-09-23

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