Sanità. Federlab e PMI sanità: cure gratuite rischiano collasso

“No a nuovo tariffario e payback dispositivi medici”

(DIRE) Roma, 12 Set. – “Di questo passo molte nostre aziende potrebbero finire sul lastrico: rischiamo la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e il collasso, nel giro di pochi mesi, dell’intero sistema di assistenza pubblica”. È il grido d’allarme lanciato da Federlab Italia, tra le principali associazioni di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati, con oltre 2.000 strutture associate presenti su tutto il territorio nazionale, accreditati con il Servizio sanitario nazionale, e da Pmi Sanità, l’associazione delle piccole e medie imprese, circa 6.000 con 200.000 lavoratori e un indotto enorme, impegnate a rifornire gli ospedali del materiale necessario a diagnosi e cure.

Foto di Darko Stojanovic da Pixabay

Sul banco degli imputati finiscono il nuovo nomenclatore tariffario nazionale e il decreto payback dispositivi medici, ovvero il Dl Aiuti Bis, varato dal precedente governo Draghi. Il presidente di Pmi Sanità, Gennaro Broya de Lucia, parla di “una specie di tassa assurda, quest’ultima, più grande dei guadagni delle aziende, che impone loro di restituire somme ingenti solo perché si è pensato di ripianare i debiti della sanità con un vero e proprio…esproprio ai danni dei privati”.

Per le tariffe, invece, si paventano “tagli sanguinosi per le prestazioni di diagnostica di laboratorio. Il che significa condannare alla chiusura decine e decine di laboratori e di centri privati- sottolinea il presidente di Federlab, Gennaro Lamberti- costringendo migliaia di pazienti a sobbarcarsi le lungaggini bibliche delle liste di attesa o a mettere mano al portafogli per sottoporsi ad analisi ed accertamenti”.

Nelle scorse settimane, “il governo e il mondo della politica in generale, hanno prestato la dovuta attenzione alle legittime istanze di balneari, tassisti e altre categorie professionali che si erano viste lese nei loro diritti. Bene. Vorremmo, anzi, auspichiamo analoga attenzione anche nei confronti di chi, come i nostri centri e le nostre aziende- affermano Broya de Lucia e Lamberti- lavora, giorno e notte, per costruire una sanità migliore e sempre più a dimensione del cittadino”. “Il vero rischio- concludono- è quello di innescare una polveriera sociale dal momento che l’eventuale collasso delle nostre strutture scatenerebbe, a ruota, anche la fine delle cure gratuite in Italia”. (Com/Fde/Dire) 13:33 12-09-23

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