La sofferenza si presume in proporzione all’invalidità permanente, sbaglia la Corte d’appello a ignorare la relazione dello psicologo e, per i futuro guadagni, il book fotografico da aspirante modella
Non si possono escludere anche il danno morale e la perdita di chance per la ragazza deturpata dal chirurgo estetico. Da una parte la sofferenza interiore si può provare per presunzioni quando c’è l’invalidità permanente: bisogna dunque verificare se nella giovane donna il pregiudizio estetico abbia causato ansia, infelicità e disaccettazione del proprio corpo; dall’altra, rispetto ai guadagni futuri, è necessario accertare se il fallito intervento al seno, con conseguenze devastanti, abbia compromesso la carriera da modella cui aspirava la giovane, impegnata come ragazza immagine in eventi pubblici. È quanto emerge dall’ordinanza 25910/2023 pubblicata il 5 settembre 2023 dalla terza sezione civile della Cassazione. Accolto il ricorso proposto dalla danneggiata: non bastano gli oltre 96 mila euro liquidati a titolo di risarcimento del danno biologico a carico dell’ospedale. La ragazza si sottopone a un intervento per aumentare la taglia del reggiseno ma si verifica il rigetto delle protesi: il danno è dovuto a controlli inadeguati nella fase post operatoria e il risultato devastante al punto che la giovane rinuncia a un intervento ripartivo su consiglio dei medici.
Per gli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al riguardo, hanno rilevato che “ Troppo sbrigativa la motivazione della Corte d’appello di Bologna che nega il danno morale e la perdita di chance di fronte a un’invalidità permanente al 22-23 per cento” Sul primo fronte non basta limitarsi a osservare che l’istanza di prova orale non sia stata reiterata in modo adeguato: il danno biologico risulta accertato sul piano processuale e occorre verificare se dalla lesione psico-fisica si possa presumere un’apprezzabile compromissione dell’equilibrio emotivo e affettivo della donna (che nel frattempo si separa pure dal marito).Impossibile poi ignorare la relazione dello psicologo, che si sarebbe potuta approfondire con un’indagine medico-legale. Altrettanto vale per il book fotografico da aspirante modella depositato agli atti: dall’agenzia confermano che l’interessata ha aveva scelto la sua strada nel mondo della moda e dello spettacolo. E quindi è doveroso accertare se la giovane avesse apprezzabili probabilità di ottenere un risultato diverso e migliore che le è stato precluso dall’intervento fallito per colpa medica. Parola al rinvio.
Comunicato Stampa “Sportello dei Diritti”