Anche a Malta ragazzi italiani non pagano il conto e pure loro ripresi dalle telecamere scappano dal locale

Emulazione del fatto in Albania o semplice furbata?

Anche a Malta un gruppetto di ragazzi scappano via da un locale senza pagare il conto e la scenetta ripresa dalle videocamere di sorveglianza finisce sui giornali del paese dell’insulare rischiando di innescare un nuovo caso “diplomatico”. È quanto accaduto Venerdì scorso intorno alle 15 del pomeriggio a Msida, appunto nel piccolo stato al centro del Mediterraneo, dove cinque giovanissimi dal chiaro accento italiano, dopo aver ordinato e consumato del cibo presso in un ristorante, ed essere arrivati fino al caffè, si sono dileguati davanti agli occhi delle telecamere con la scusa di una fumatina.

Il tutto ovviamente è finito all’attenzione di polizia, social e media, con ennesima figuraccia per l’italianità che a furia andare di episodi come questi, complice il fattaccio analogo, divenuto “politico, di Berat in Albania della scorsa settimana, rischia di diventare all’estero, con una scusa pressappochista, sinonimo di delinquenza.

foto di GNS

A questo punto, visto l’accostamento fatto anche dalle testate maltesi che ne intravedono gli aspetti emulativi della prima vicenda, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è lecito interrogarsi se la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, abbia fatto bene a pagare il conto dei furbetti che in Albania erano scappati da un ristorante “italiano” senza pagare il conto e ripresi dalle telecamere di videosorveglianza avevano suscitato un’ondata di critiche sui social e media albanesi tanto da essere oggetto di uno dei casi “politici” più all’attenzione di quest’estate o se forse sarebbe stato meglio lasciar andare nel dimenticatoio la questione che sarebbe sparita in un batter di ciglio come tante che appaiono e scompaiono sui social.

D’altro canto ci auguriamo che quella che appare più come una bravata che come un grave reato anche per l’entità dell’importo non pagato pari a circa 100 euro in tutto, possa essere risolta non “diplomaticamente” ma con un banale passo indietro dei giovani coinvolti che dovrebbero presentarsi direttamente presso il ristorante, pagare e chiedere scusa per questa “dimenticanza” prima di essere beccati dall’autorità giudiziaria e processati in un paese straniero.

comunicato stampa  – Sportello dei Diritti

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