La polemica sul libro “Il Mondo al Contrario”, già in vetta nelle classifiche delle vendite, del Generale Roberto Vannucci si sta ritorcendo contro chi l’ha “organizzata”. Ebbene alcune espressioni ed alcuni concetti potrebbero essere fraintendibili se estrapolati da un contesto più vasto tra l’altro facilmente comprensibile dopo un’adeguata lettura delle pagine. Così come hanno “fatto ad arte” alcuni giornali.
Certo per altri potrebbero essere concetti non condivisibili ma fin quando non si supera il limite posto della legalità, tutto è lecito. Altra cosa è la regola militare per quella vigono altri limiti che saranno vagliati eventualmente da tribunali specifici.
Per chi si erge a edotto dell’ultima, ricordiamo solo a titolo di cronaca, chi è il Generale Roberto Vannacci escludendo di proposito al momento le sue innumerevoli ed apprezzabili imprese militari: “Vannacci ha tre lauree di livello magistrale: in Scienze Strategiche (conseguita presso l’Università degli Studi di Torino), in Scienze Internazionali e Diplomatiche (presso l’Università di Trieste) e in Scienze Militari (presso l’Università di Bucarest). Ha conseguito, inoltre, il Master universitario di II livello in Scienze Strategiche presso l’Università di Torino e il Master di II livello in Studi Internazionali Strategico-Militari in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano e l’Università LUISS di Roma. Nel 2019 è stato premiato dall’Unione Nazionale Veterani dello Sport (UNVS) con il premio per le Missioni di pace“. (cit. RAINews).
Senza entrare nel merito dello “scritto” è triste che venga sottoposto ad un “linciaggio” mediatico il “corpo scelto” per eccellenza del Nostro Esercito ed un suo importante rappresentante. La Folgore rappresenta il fiore all’occhiello delle Esercito Italiano ed gli uomini guidati dal Generale Vannacci sono quelli che salvano le vite ai connazionali e non solo nelle zone di guerra più pericolose del mondo. Essere al comando del 9° Reggimento d’assalto Paracadutisti “Col. Moschin” probabilmente è considerato il sogno di ogni militare “operativo”.
Sono quelli che spesso portano a compimento missioni ad alto rischio di cui nessuno può riportare nulla se non a distanza di anni. Sono quelli che “ci lasciano la pelle” pur di non trasgredire ad un ordine ricevuto. Orgoglio, senso del dovere e amor di Patria sono sentimenti, sopiti o distrutti nei più in maniera sciente durante gli anni passati, ma che dovrebbero tornare assolutamente di moda.
INVASATI, è questo il termine che ha utilizzato un noto personaggio del mondo dell’informazione per definire gli uomini della Folgore. Ebbene questo genere di reparti sono presenti in tutti gli eserciti del mondo ed i governi li coccolano quanto più possono perché sono il loro biglietto da visita nelle operazioni internazionali: TEAM SIX – NAVY SEALS DEVGRU (USA), SAS (Gran Bretagna), GRUPPO ALPHA (Russia), KSK (Germania) per citare i pochi “sopra” gli italiani. Per esempio il Generale Roberto Vannacci con i “suoi” uomini ha partecipato anche ad operazioni in: Somalia, Rwanda, Yemen, Balcani, Costa d ‘Avorio, Iraq e Libia ed è stato primo comandante della “Task Force 45” in Afghanistan.
Quei teatri di guerra nei quali i “giornalisti” che lo criticano sono mai stati ma magari ne hanno pure parlato o scritto. E’ facile scrivere della morte, dello sfruttamento o della guerra e filosofeggiare davanti ad una web cam, stando seduti comodi in una poltrona a migliaia di chilometri di distanza.
Al di là delle valutazioni del caso specifico, che saranno fatte da chi di competenza, sarebbe giusto dare voce ed importanza anche ad un’opinione pubblica che oggi mal digerisce l’ABUSO del politically correct esteso a piacimento ad ogni campo dello scibile e trasbordante del suo originario significato. E’ anche quello un metodo tramite il quale si esercita la censura e la distruzione della cultura. (tutti ricorderanno le opere d’arte tirate giù o distrutte negli USA, le fiabe messe al bando o riscritte ed i cartoons ritenuti diseducativi solo per citare alcuni). (foto di repertorio)
Fabrizio Pace