Salute. Allattamento, l’ONG: sfollate ci rinunciano ma è rischio

Azione contro la fame: le assistiamo in contesti crisi e disastri

(DIRE) Roma, 2 Ago. – “Grazie allo spazio ‘mother and baby friendly’ ho imparato come allattare correttamente e quanto sia importante il latte materno sia per il bambino che per me come madre”: a parlare è L., originaria dell’Uzbekistan, che ha scoperto di essere incinta del terzo figlio in un campo per sfollati della Turchia, in una delle zone più devastate dal terremoto di febbraio scorso. A raccontare la sua storia in una nota è Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria attiva in 37 paesi, in occasione della settimana dedicata all’allattamento al seno.

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L’ONG intende riportare l’attenzione sulla vulnerabilità dei neonati e delle madri, che aumenta notevolmente in caso di emergenza, generando stress e traumi. Questo, avverte l’organnizzazione, rende difficile per le donne mantenere delle pratiche adeguate di alimentazione dei loro bambini. Tuttavia, con il giusto sostegno, l’allattamento al seno può essere svolto anche nelle circostanze più difficili.

Attualmente Azione contro la fame è attiva sul campo in undici emergenze, ma nell’ultimo anno è intervenuta in 46 emergenze in 37 Paesi del mondo, la maggior parte delle quali causate da conflitti o dagli effetti della crisi climatica. In molte di queste, come il recente terremoto in Turchia e Siria, l’allattamento al seno è stato tra gli interventi previsti, che comprendono la creazione di spazi sicuri e accoglienti per madri e neonati, consulenze e reti di sostegno, come nel caso di ‘Mother and baby friendly’ creato dai partner locali di Azione contro la Fame.

In caso di emergenza, riferisce Cristina Izquierdo, coordinatrice della nutrizione del team di emergenza di Azione contro la Fame, “le madri devono affrontare ulteriori sfide per l’allattamento al seno, in particolare lo stress di essere senza casa, senza le proprie cose e di avere altre priorità fondamentali non soddisfatte, che non lasciano tempo per l’allattamento. A volte le madri sono in stato di shock e non sentono di avere la capacità di portare avanti questa pratica e, in molte occasioni, persone o piccole organizzazioni donano latte artificiale, che viene preparato mescolandolo con acqua. Questo può essere un problema- avverte Izquierdo- perché in molte emergenze l’acqua disponibile non è più sicura e questi prodotti finiscono per provocare la diarrea nei bambini”.

Il conflitto in Ucraina è un’altra emergenza a cui Azione contro la Fame è intervenuta. In Moldavia, Paese confinante che sta vivendo le conseguenze della guerra, assiste i rifugiati ucraini e i moldavi vulnerabili fin dall’inizio del conflitto, tra cui Erodina, una madre di 25 anni ricoverata in ospedale con Anastasia, la figlia di un anno e mezzo, che soffre di un’allergia che le rende difficile respirare. Durante il primo mese di vita, Anastasia non mangiava abbastanza perché il suo corpo non accettava il cibo. Grazie alla consulenza offerta dal progetto Mamica Alapteaza (“Mamma che allatta”), Erodina ha imparato a nutrire Anastasia aiutando al bambina ad avvicinarsi al seno in modo naturale, e a sapere cosa fare se la piccola non mangia. Per entrambe si sta avvicinando la possibilità di essere dimesse e di tornare a casa. Il latte materno, evidenzia ancora l’organizzazione, non è solo una fonte di cibo sicura e nutriente per i bambini, ma agisce anche come un “vaccino naturale”, fornendo una protezione fondamentale contro varie malattie.

È stato dimostrato che favorisce lo sviluppo cognitivo dei bambini, dando loro un vantaggio vitale nella vita. Sebbene la prevalenza dell’allattamento esclusivo al seno tra i bambini sotto i sei mesi sia aumentata nel corso degli anni, c’è ancora molta strada da fare per raggiungere l’obiettivo globale del 70% entro il 2030. Ciò, conclude Azione contro la fame, richiede investimenti sostenuti in interventi efficaci per promuovere e sostenere l’allattamento al seno, soprattutto nelle situazioni di emergenza. (Alf/Dire) 12:57 02-08-23

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