Alla scoperta del “Laghetto Rumia” di Stefano Nava

Laureato in Biologia, Stefano Nava si approccia alla pittura fin da subito, mostrando curiosità e zelo per lo studio della materia, che compie da autodidatta. Assetato di conoscenza, usa il suo tempo libero per studiare ed esercitarsi nelle tecniche pittoriche. Si appassiona al pittore americano Bob Ross, il quale a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 ha realizzato il programma televisivo “The Joy of Painting”, in cui insegnava le tecniche per dipingere ad olio. Stefano Nava, grazie a tale pittore, inizia a dipingere a olio e a scoprire le tecniche e trucchi pittorici. Con la mente sempre attiva, Nava inizia a sperimentare nuove tecniche, avvicinandosi in seguito anche all’acrilico e al su mescolamento con l’olio. Appassionato di natura, nelle sue opere emerge la passione per la biologia e l’arte, evidenziata dall’uso di colori forti, brillanti, intensi e ben definiti, usando l’arte come sorta di esorcismo, una cura per i mali e l’aspra quotidianità.

“Laghetto Rumia” di Stefano Nava

Presso l’Atelier d’Arte Dedalo, sito in via Salvatore Quasimodo n. 5, Reggio Calabria, ha esposto l’opera “Laghetto Rumia”, tecnica mista su tela. L’opera raffigura, come egli stesso afferma, “una tiepida giornata di inizio autunno, con i tipici colori caldi che rispecchiano la nostalgia di una stagione estiva ormai finita” del Laghetto artificiale Rumia, sito a Gambarie d’Aspromonte, nel Comune di San Roberto.

Ad occupare gran parte dell’opera, attirando così l’attenzione dello spettatore, sulla destra emerge un grande albero, le cui foglie, minuziosamente raffigurate, sono ormai gialle, pronte a cadere. Esso si riflette nell’acqua del laghetto, su cui pigramente nuotano due oche bianche, vicine tra loro, una delle quali ha il becco immerso nell’acqua. Sullo sfondo gli alberi sono ancora verdi, emerge qua e là qualche foglia appassita, simbolo della vicinanza con l’estate e dell’inverno incombente.

Il paesaggio è raffigurato in assenza di vento: le foglie infatti sono innaturalmente ferme, immobilizzate nella loro posizione. Tale calma ricorda le arie Metafisiche tipiche delle opere di De Chirico, dalle quali tuttavia Stefano Nava si distacca per la presenza del lieve movimento dell’acqua, evidenziato con brevi tocchi di colore.

L’opera pare divisa in due, sebbene trasmetta una grande calma: da un lato sulla destra emerge l’autunno inoltrato con l’albero pieno di foglie secche; sulla sinistra invece gli alberi sullo sfondo sono ancora verdi e rigogliosi. Tale duplicità dell’opera raffigura appieno la stagione autunnale, particolarmente incerta, in cui non è più estate, ma l’inverno non è ancora giunto.

Silvana Marrapodi

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