Nasce a Reggio Calabria nel 1970 dove compie gli studi artistici presso l’Istituto d’arte e l’Accademia di Belle Arti. Curioso e colto sperimentatore si dedica alla pittura e la scultura affinando un’innovativa tecnica stilistica originale e raffinata, divenendo inconsciamente capo scuola di un fare artistico che fonda la sua ricerca nelle antiche tecniche esecutive e materiche che si coniugano con nuovi dettami contemporanei.
Vincitore di molteplici manifestazioni artistiche, le sue opere si trovano in collezioni permanenti pubbliche e private. Docente di Storia dell’Arte e Tecniche artistiche, opera da oltre un ventennio, nel suo studio a Reggio Calabria, ingombro di opere, bozzetti, colori e materie prime.
Antonio Tony è un esegeta figurativo di un universo spirituale, le sue opere divengono racconto ancestrale, concezione alchemica, imaginatio che sprigiona energia vitale che scorre all’interno della materia richiamando lo spirito presente in ogni cosa. Nel su vasto corpus di opere si annovera la serie “Di-Visi”, opere in cui la raffigurazione di un volto diviene culmine di un archetipo, che si rivela sulla base di percezioni intime, l’immagine rappresentata assume un carattere “simbolico”, reso dallo scandire del suo artistico, volti che celano la storia dell’animo e dell’esistenza dell’uomo.
Presso l’Atelier d’Arte dell’Associazione Dedalo, sito in Via Salvatore Quasimodo n.5, espone l’opera “ Igne Natura Renovatur integra” e con tecnica sperimentale su multistrato in cm 100×80, ci troviamo spettatori di un percorso introspettivo sezionato in due momenti emozionali, dal concept prettamente crudo e liberatorio, predominanti atmosfere fredde di colore e linee ovattate.
Dal punto di vista dello spettatore, a sinistra come soggetto matrice, appare un’emblematica figura femminile nuda, sfuocata e calva, come se fosse un manichino, che rappresenta il malessere di un animo in tormento al punto di possedere un volto annullato ed illeggibile se non attraverso l’espressione crucciata della testa-maschera che tiene penzoloni alla mano sinistra, quasi come a volersi liberare di questo stato d’angoscia e smarrimento.
La posa e la composizione in cui viene rappresentata la figura, ha una forte analogia tematica all’artwork ed il contenuto musicale dei Nirvana “In Utero”, album del 1993, anch’esso carico d’irruenta voglia di evasione dal peso della vita e da uno statico limbo esistenziale in cui, l’artista Giuffrè, con la sua arte, esorcizza a destra, capolinea della sua opera, con il nuovo Sé “venuto al mondo” in linee nette, visibili e sproporzionate, pronte ad essere rimodulate dal concetto di ri-nascita del “bambino interiore” ormai privo di insicurezza, angoscia e tormento. Raffigura il Neonato (vero protagonista), che mostra la nuova forza d’animo con un felice sorriso di denti aguzzi, affilati, occhi aperti al mondo ed un’espressione rilassata e piena di vita.
Il simbolismo di quest’opera testimonia come il concetto di maternità in ambito introspettivo, parta da noi stessi al fine di “mettere al mondo” la versione migliore e genuina del nostro animo che spesso si sopprime da un errato concetto di evoluzione e crescita personale mantenendo la purezza e la visione gioiosa di un bambino.
L’arte di Antonio Giuffrè fa riflettere su questo tema e di come il “grunge” (sporco) ed il grezzo, in realtà siano punti chiave da analizzare per una nuova conoscenza e mantenimento verso la nostra dimensione più fragile, sensibile e profonda al fine di raggiungere il “Nirvana” della pace interiore e felicità.
Ufficio Stampa Associazione Dedalo – C.S.