(DIRE) Roma, 25 Giu. – “Sono iscritto da oltre un quarto di secolo al CAI, per questo sono stato anche premiato, ne ho difeso il valore culturale, storico e materiale che esso rappresenta per l’intera comunità nazionale e la sua identità.
Tutta questa storia, e quella delle precedenti generazioni, non trova alcuna corrispondenza nella pratica minacciata da alcune espressioni del CAI come quella più recente di voler togliere le croci dalle montagne italiane. Abbandonare questa tradizione significherebbe distaccarsi dal senso di appartenenza che è connesso alla stessa identità italiana ed europea.
La visione di una montagna senza segni lasciati dall’uomo, con il suo bagaglio culturale collegato al luogo che frequenta, è quantomeno oscurantista. E la croce, vista come elemento di disturbo, provoca come unico disturbo: quello di chi crede che il nostro Paese debba cessare di inseguire i fanatismi ideologici talebani”.
Così in una nota il Deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì, coordinatore del Trentino Alto Adige per il partito guidato da Giorgia Meloni. (Uct/ Dire) 18:38 25-06-23