“Lavoriamo per una linea da Champions, verso i 60 minuti di media”
(DIRE) Roma, 19 Giu. – Basta partite spezzettate, il calcio ha bisogno di fluidità. E gli arbitri italiani lavorano per fare la propria parte. Lo ha detto a Radio anch’io sport su Radio 1, Gianluca Rocchi. “Da due anni abbiamo lavorato per portare gli arbitri ad una linea preposta più europea – ha detto il designatore arbitrale della Serie A – cercando maggior fluidità di gioco. I risultati sono molto positivi, numeri alla mano. Ma il campionato italiano non è la Champions League, e dobbiamo adattarci. Io avevo capito due anni fa che la linea che avevamo sui rigori non era corretta, per esempio. Abbiamo anche allargato la forbice a 45 arbitri che hanno diretto almeno una partita di Serie A.
Possiamo sicuramente migliorare nella continuità di rendimenti, abbiamo avuto qualche scivolone di troppo. Mi rivolgo ovviamente ai più giovani, che hanno avuto tantissime opportunità. Hanno avuto fiducia anche dai club, c’è un’accettazione di base anche da chi riceve il servizio. L’organico è da ridurre in maniera drastica, perché in questo momento ci sono circa 10 arbitri oltre i numeri corretti. Dobbiamo tornare ad avere 40-42 arbitri, quest’anno scenderemo di tre. Il taglio è un lavoro molto faticoso, ma servono più presenze per farli crescere. Stiamo cercando di dare un ruolo tecnico agli assistenti, perché la tecnologia ha invaso tantissimo la loro area di competenza. Devono diventare come due arbitri aggiunti. Sarà un motivo di selezione”.
Rocchi ha detto la sua anche sull’ipotesi di tempo effettivo nel calcio: “Non lo dettiamo noi arbitri, lo dettano i calciatori. Per esempio Massa ha diretto Spezia-Fiorentina, che risulta essere la partita con il tempo effettivo inferiore, scarsi 45 minuti. E un mese dopo ha diretto Juve-Lazio con 61 minuti di tempo effettivo. Lo stesso arbitro. I 60 minuti che sta raggiungendo la Champions di media per noi sono un obiettivo, ma vedete ritmi e qualità di gioco che sono da Champions. Noi abbiamo lavorato molto sulle perdite di tempo, sul limare le on-field review che a volte sono dei calvari. Noi possiamo fare molto, ma fino ad un certo punto”.
“Il fuorigioco semi-automatico? Serve sempre il controllo umano. Lavoriamo anche sulla velocità, ma l’accuratezza della decisione è alla base di tutto”. (Pic/ Dire) 09:58 19-06-23