Operazione “Nova Gorica”
Un’indagine complessa, durata due anni, ha portato la Polizia di Stato a sgominare una rete di personaggi, di nazionalità italiana, albanese ed egiziana, che avevano strutturato un sistema collaudato dedito stabilmente, secondo l’ipotesi di accusa, alla ricettazione, al riciclaggio internazionale di macchine operatrici e autovetture di alta gamma trafugate nel nord Italia.
A conferma della bontà della ricostruzione investigativa al termine delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari di Torino, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica che aveva coordinato le indagini, ritenendo sussistere il presupposto dei gravi indizi di colpevolezza, emetteva un’ordinanza di applicazione di misura cautelare per 17 persone di cui 13 di natura restrittiva in carcere e 4 agli arresti domiciliari.
Nel corso delle indagini veniva “tracciato” il riciclaggio la ricettazione di 12 autovetture di elevato valore commerciale e di 10 macchine agricole e da cantiere, che risultavano essere stato oggetto di furto nel nord Italia. In particolare, nel corso dell’operazione, è stato accertato il furto delle seguenti veicoli:
- Land Rover Range Rover VELAR;
- Land Rover Range Rover EVOQUE;
- Porsche MACAN;
- Porsche MACAN;
- Land Rover Range Rover VELAR;
- Land Rover Range Rover VELAR;
- Land Rover Range Rover VELAR
- Peugeot 3008
- Skoda FABIA
- Volkswagen TIGUAN
- Volkswagen T-ROC
- Porsche CAYENNE
- Rimorchio NOTEBOOM
- Rimorchio MASINA
- Caterpillar 930H
- Rullo BOMAG;
- Caterpillar 432
- Caterpillar 323
- Betoniera MB4141
- Mercedes con autopompa
- Caterpillar 308
Il valore complessivo dei mezzi, tutti destinate ai paesi africani (Gambia – Egitto) e a paesi della penisola balcanica (Slovenia – Albania), si stima in oltre 1 milione di euro. Alcuni di questi mezzi, 6 autovetture e 9 macchine operatrici sono già stati individuati e sottoposti a sequestro tra Italia, Albania, Svizzera, Slovenia, Francia e Belgio.
Il successo dell’operazione è dovuto infatti alla perfetta sinergia con le numerose polizie estere, coordinate anche dal Segretariato Generale dell’Interpol di Lione, che hanno fornito piena collaborazione alla Polizia di Stato e hanno garantito un continuo scambio di informazioni, consentendo il sequestro di diverse autovetture dirette in Egitto in partenza dal Porto di Capodistria (SLO).
Altri importanti interventi sono stati effettuati presso il porto di Anversa (B), ove una Porsche Macan, già dotata di targhe false olandesi, stava per essere imbarcata per l’Egitto, e presso il porto di Le Havre (F), ove un’altra Porsche Macan, con targhe false italiane, era già stata occultata in un container diretto in Gambia. Nella stessa area portuale, all’interno dello stesso container e di un altro, entrambi diretti allo stesso destinatario in Gambia, la Polizia ha sequestrato altre 3 autovetture, tutte Land Rover-Range Rover Velar, rubate in Lombardia ed Emilia Romagna e già dotate di targhe e documenti falsi.
Tra le vittime preferite vi sono società di leasing e di autonoleggio, le cui autovetture venivano esportate illegalmente oltreconfine, cittadini ed imprese private operanti nel settore dell’edilizia alle quali i veicoli venivano asportati per essere poi destinati ai mercati dell’est europeo e dell’Africa.
Questo genere di mezzi, soprattutto quelli utilizzati nel settore dell’edilizia, per la loro natura specifica e per il tipo di utilizzo, al termine della giornata lavorativa vengono lasciati sul luogo di lavoro e non vengono ricoverati in aree sicure. I cantieri stessi sono facilmente accessibili e privi di sistemi di sicurezza, passiva e attiva, tali da scongiurare l’intrusione all’interno. La maggior parte dei furti, infatti, si verifica soprattutto di notte e durante il week-end, periodi in cui è possibile godere di più tempo per operare senza essere disturbati. Infatti, alcuni dei furti in questione sono stati consumati proprio in cantieri autostradali posti a ridosso delle arterie pattugliate dalla Polizia di Stato.
Appare quindi facilmente comprensibile come non sia affatto complicato asportare questo tipo di veicoli dai siti in cui si trovano e come siano diventati appetibili anche in considerazione del loro elevatissimo costo.
Occorre inoltre sottolineare come questo tipo di crimini abbiano delle importanti ricadute anche di carattere sociale. Contrariamente a quanto si è portati a considerare a primo acchito, questi non sono soltanto veicoli ma costituiscono dei veri e propri asset, dei beni economici che fanno parte dei bilanci delle società e che necessitano di costi iniziali e di periodi di ammortamento prima di cominciare ad essere una voce attiva del bilancio stesso.
In molti casi le grandi imprese che si aggiudicano gli appalti, ad esempio per le grandi infrastrutture o per altre opere, spesso subappaltano i lavori ad imprese più piccole per le quali perdere più mezzi di questo valore può essere motivo di enorme difficoltà o addirittura di fallimento, con conseguenze drammatiche per l’occupazione. Si determina così un binomio economico pericoloso costituito dal “lucro cessante” e dal “danno emergente”. Di qui la sempre maggiore percezione del problema, soprattutto in certe aree, e la crescente volontà da parte delle istituzioni di esercitare attività di contrasto più efficaci.
Due destinatari della misura cautelare in carcere, che avevano recentemente lasciato l’Italia, sono stati catturati in Albania dagli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Torino in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana della Direzione Centrale della Polizia Criminale. In particolare, uno è stato arrestato a Tirana con l’intervento dell’Unità FAST (Fugitive Active Search Team) del Dipartimento di Polizia Criminale albanese e l’altro è stato arrestato a Valona grazie alla Direzione Regionale di Polizia di Valona, con il coordinamento dell’Ufficio nazionale Interpol di Tirana. Inoltre, la cattura a Milano di uno dei personaggi coinvolti, un cittadino egiziano residente a Chiasso, è stato possibile grazie alla collaborazione con la polizia elvetica che ha fornito le informazioni utili al rintraccio.
Entrambi rimarranno in Albania in attesa di estradizione. Oltre i due arrestati in Albania sono state eseguite altre 12 misure cautelari a carico delle persone dimoranti nelle province di Torino, Milano, Alessandria, Piacenza, Pavia, Cremona, Bergamo e Como dagli agenti della Polizia Stradale di Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. Tra i 17 destinatari della misura, 3 sono attualmente irreperibili in quanto all’estero.
Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. Vige, pertanto, la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva.
comunicato stampa – fonte: https://questure.poliziadistato.it/it/Torino/articolo/684648c4bacd334f923899944