Durante il governo del’ex leader brasiliano Jair Bolsonaro, 169 attivisti sono stati assassinati tra il 2019 e il 2020. Persone che portavano avanti e difendevano i diritti umani. La notizia è stata riportata da una Organizzazione non governativa, ossia la “Justiça Global e Terra de Direitos”.
Nel rapporto si può leggere che le morti siano state fatte per la rivendicazioni di terre, difesa dell’ambiente e lotta alle invasioni di aree indigene. Negli ultimi quattro anni, si sono registrati 1.171 episodi di violenza, come minacce, omicidi, e stupri. Il 50% di questi episodi hanno avuto luogo in Amazzonia, e un terzo erano indigeni.
Si continua a leggere che il 63,9% degli atti violenti è avvenuto nelle regioni del Nord e del Nordest. “Ci sono stati quattro anni di attacchi e ostilità contro i difensori dei diritti umani”, ha dichiarato l’avvocato Alane Silva, consulente legale di Terra de Direitos, sottolineando che bisogna continuare ad analizzare i dati per evitare che questa situazioni non ricapitano più.