Pesano guerre come in Ucraina e Sudan, poi clima e persecuzioni
(DIRE) Roma, 14 Giu. – Le persone nel mondo costrette a fuggire da guerre e persecuzioni hanno raggiunto fino al Maggio scorso la cifra record di 110 milioni: lo rivela l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) a pochi giorni dalla Giornata Mondiale del Rifugiato del prossimo 20 Giugno. Il dato è contenuto nel rapporto Global Trends in Forced Displacement 2022 che, come informa una nota, presenta le principali tendenze statistiche e gli ultimi dati sulle migrazioni forzate nel mondo e presenta la campagna Hope away from home – Un mondo dove tutti i rifugiati siano inclusi.
Secondo l’Agenzia ONU, la guerra in corso in Ucraina, insieme ai conflitti in altre parti del mondo e agli sconvolgimenti provocati dal clima, hanno costretto un numero record di persone a fuggire dalle proprie case nel 2022, acuendo l’urgenza per un’azione immediata e collettiva per alleviare le cause e l’impatto dello sfollamento. Nel Global Trends, l’Unhcr ha riscontrato che a fine 2022 il numero di persone costrette alla fuga a causa di guerre, persecuzioni, violenza e violazioni dei diritti umani è salito al livello record di 108,4 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto al 2021.
Nell’anno in corso, il trend in crescita del numero di persone costrette alla fuga a livello globale non mostra segni di rallentamento anche a causa dello scoppio del conflitto in Sudan che ha causato nuovi esodi, spingendo il numero totale delle persone in fuga a un valore stimato di 110 milioni fino al maggio scorso. L’alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi ha commentato: “Questi numeri ci dimostrano che ci sono persone fin troppo pronte a ricorrere alla guerra, e decisamente troppo lente a trovare soluzioni. La conseguenza è la devastazione, lo sfollamento e l’angoscia per milioni di persone sradicate con la forza dalle loro case”.
Secondo il Global Trends, la guerra in Ucraina è stata il motore principale degli esodi forzati nel 2022. Il numero di rifugiati dall’Ucraina è salito da 27.300 alla fine del 2021 a 5,7 milioni alla fine del 2022, costituendo così il più rapido esodo di rifugiati al mondo dalla Seconda guerra mondiale. Il numero di rifugiati dall’Afghanistan è cresciuto nettamente alla fine del 2022 a causa della revisione delle stime dei cittadini afghani ospitati in Iran, molti dei quali erano arrivati negli anni precedenti. Del totale globale, 35,3 milioni sono rifugiati, persone che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza, mentre il gruppo più numeroso (il 58%, vale a dire 62,5 milioni di persone) è quello degli sfollati all’interno dei loro paesi a causa del conflitto e della violenza. I numeri confermano altresì che, sia in base a misure economiche che in rapporto alla popolazione, sono sempre i paesi a medio e basso reddito ad ospitare la maggior parte delle persone in fuga. I 46 paesi meno sviluppati rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale, eppure ospitano più del 20% di tutti i rifugiati.
L’Unhcr segnala che nel 2022, i fondi disponibili per far fronte alle molte crisi di rifugiati in corso e per sostenere le comunità che li ospitano, è stato molto inferiore alle necessità e rimane ancora insufficiente nel 2023, nonostante i bisogni umanitari crescenti. In Italia le persone che sono state costrette ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni sono 354.414, di queste il 41% proviene dall’Ucraina. L’Unhcr fa sapere di essere impegnata in Italia per favorire e facilitare l’inclusione sociale, culturale ed economica delle persone rifugiate con una serie di azioni che coinvolgono le amministrazioni, il settore privato, il terzo settore, le comunità locali ed i rifugiati stessi.
Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, ha dichiarato: “I rifugiati desiderano opportunità, non assistenza. Siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo, coinvolgendo le città, le aziende, il terzo settore, e tanti altri attori competenti, per garantire ai rifugiati il diritto di fare domanda per un lavoro, di iscriversi a scuola e di accedere a servizi come l’alloggio e l’assistenza sanitaria. I risultati raggiunti in questi pochi anni sono davvero sorprendenti”.
Nella nota l’Agenzia Onu ricorda di aver elaborato la Carta per l’Integrazione, adottata dai Comuni di Bari, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino, strumento per favorire l’arricchimento e lo sviluppo armonico delle città attraverso l’integrazione. In queste città l’Unhcr sta facilitando l’apertura di Spazi Comuni, centri polifunzionali che erogano servizi destinati ai richiedenti asilo e ai rifugiati rendendo più facile il loro ingresso nei percorsi di inclusione. L’accesso dei rifugiati al mercato del lavoro viene favorito con il progetto Welcome – Working for refugee integration, che in cinque edizioni ha permesso di attivare 22,000 percorsi di inserimento lavorativo.
Il programma Community Matching promuove l’incontro tra rifugiati e comunità locali in 10 città italiane e ha già all’attivo 358 match, coinvolgendo persone di 41 nazionalità. PartecipAzione, è un programma di empowerment e capacity-building che in quattro anni ha sostenuto lo sviluppo di 48 associazioni di rifugiati in 12 regioni italiane.
L’alto commissario Grandi ha aggiunto: “In tutto il mondo le persone continuano a dimostrare una straordinaria ospitalità nei confronti dei rifugiati, estendendo la protezione e aiutando chi ne ha bisogno, ma è necessario maggior sostegno internazionale e una condivisione più equa della responsabilità, specialmente con quei paesi che ospitano la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati del mondo. Soprattutto bisogna fare molto di più per porre termine ai conflitti e rimuovere gli ostacoli in modo che i rifugiati abbiano l’opportunità concreta di ritornare volontariamente a casa, in sicurezza e dignità”.
Mentre il numero totale delle persone costrette alla fuga ha continuato a crescere, il rapporto Global Trends mostra anche che alcuni di loro hanno potuto far ritorno nei propri paesi volontariamente e in sicurezza. Nel 2022 più di 339mila rifugiati sono tornati in 38 paesi, e nonostante il numero sia stato inferiore all’anno precedente ci sono stati significativi ritorni volontari in Sud Sudan, Siria, Camerun e Costa d’Avorio.
Nel frattempo, 5,7 milioni di sfollati interni sono tornati nel 2022, in particolare all’interno dell’Etiopia, nel Myanmar, in Siria, in Mozambico e nella Repubblica Democratica del Congo. Alla fine del 2022 si è stimato che 4,4 milioni di persone in tutto il mondo fossero apolidi o di nazionalità indeterminata, il 2% in più rispetto alla fine del 2021. (Com/Alf/Dire) 09:25 14-06-23